Abusa e uccide Sharon, 18 mesi. Al suo spacciatore aveva detto: "Ho combinato un guaio"

Iniziato ieri il processo per Gabriel Robert Marincat, il 25enne accusato di aver abusato e ucciso Sharon, la bimba di 18 mesi della sua ex convivente. Tra i testimoni della prima udienza c'è anche il suo spacciatore.

Abusa e uccide Sharon, 18 mesi. Al suo spacciatore aveva detto: "Ho combinato un guaio"

Ieri, mercoledì 20 ottobre, si è tenuta la prima udienza del processo che vede come imputato Gabriel Robert Marincat, il 25enne accusato di aver abusato e ucciso Sharon, la bimba di 18 mesi della sua ex convivente.

Davanti ai giudici della Corte d’Assise di Como Marincat, originario della Romania, deve rispondere di omicidio volontario aggravato e violenza sessuale su una bambina così piccola.

L’omicidio e le parole dello spacciatore 

I fatti risalgono all’11 gennaio scorso quando Sharon, figlia della convivente di Marincat, era stata trovata morta con molteplici lesioni sul corpo. Inizialmente il 25enne aveva raccontato che le era caduta addosso una stufa mentre giocava nella casa di Cabiate, in provincia di Como. Stando al suo racconto, poi l’avrebbe messa a dormire e alle 18 avrebbe provato a svegliarla.

Solo allora l’ha trovata in evidenti difficoltà respiratorie e con del vomito sulla maglietta. Sono stati sufficienti pochi giorni di indagini per giungere alla verità: il gip ha parlato di un contesto di assoluto orrore, con la conferma degli abusi sul corpo di Sharon, forniti dall’effettuazione, sul suo corpicino, dell’esame autoptico. 

A maggio è arrivata la confessione: l’imputato, in carcere già da fine gennaio, aveva raccontato ai magistrati di aver più volte colpito la piccola e di averla anche violentata. Stando a quanto riporta Il Giorno, non ha mai cercato di giustificare la sua condotta. Al giudice, durante l’interrogatorio dopo il suo arresto, aveva detto: “Ero nervoso”. 

Durante l’udienza è stato sentito anche il suo spacciatore. Marincat assumeva metadone e il suo spacciatore lo aveva incontrato nel tardo pomeriggio di quello stesso giorno. L’imputato ha spiegato che l’imputato aveva fretta, era agitato. Poi gli avrebbe confessato: “Ho combinato un guaio”. 

La testimonianza della nonna di Sharon

La nonna di Sharon, sentita ieri come testimone, ha raccontato che la piccola era sul divano in una posa innaturale e che, provandola a svegliare, non rispondeva. Altri testimoni anche: il nonno, la madre e i vicini di casa. La seconda udienza del processo si terrà a novembre. Marincat rischia l’ergastolo. 

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