A Pompei ritrovati i corpi di due uomini intatti: risalgono all’eruzione del 79 d.C.

L'antica città in provincia di Napoli continua a svelare sorprese. La nuova scoperta è stata fatta dagli archeologi e definita "stupefacente" dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini.

A Pompei ritrovati i corpi di due uomini intatti: risalgono all’eruzione del 79 d.C.

Nell’area archeologica dell’antica città di Pompei, in provincia di Napoli, è stat fatta una scoperta archeologica molto importante. Due uomini, un patrizio e il suo schiavo, sono stati trovati intatti dagli archeologi che stavano lavorando presso il sito. Uno di loro, secondo quanto riferisce il quotidiano Repubblica, sembra sia stato avvolto con un mantello di lana. Quando hanno fatto la scoperta gli archeologi stavano indagando i resti della villa suburbana di Civita Giuliana, situata all’esterno delle mura suburbane. La notizia di quanto accaduto si è sparsa sin da subito nella zona e in tutta Italia, anche grazie ai media nazionali che ne stanno parlando.

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, che non ha esitato a giudiucare “stupefacente” il ritrovamento. Non è la prima volta, tra l’altro, che l’area di Pompei restituisce tali tesori. Secondo le prime indiscrezioni, a giudicare anche dalle circostanze del ritrovamento, i due uomini trovati senza vita sono vittime dell’eruzione del 79 d.C. che distrusse anche Ercolano. Come è noto le due città furono sommerse da una coltre di cenere alta diversi metri che ricoprì tutto il territorio. 

Ottenuto il calco delle vittime

Viste le condizioni ottimali di conservazione dei due corpi, gli esperti hanno provveduto subito ad ottenere un calco delle vittime. Come ha spiegato Massimo Osanna, direttore del parco archeologico di Pompei, questo ritrovamento consente di fare nuove ipotesi circa il momento storico in cui avvenne l’eruzione del 79 d.C.

Il direttore sottolinea che l’avvenimento possa essersi verificato il 24 ottobre del 79 d.C. in quanto le due vittime indossavano mantelli di lana, elemento che potrebbe indicare basse temperature. Normalmente gli esperti ritengono che l’eruzione che distrusse le due cittadine campane possa essersi verificata il 24 agosto, d’estate quindi.

Gli attuali scavi servono per bloccare i tombaroli

Repubblia spiega che i recenti lavori di scavo sono stati finanziati con un fondo pari a un milione di euro (cifra stanziata dalla stessa direzione del parco archeologico). Ai lavori stanno collaborando anche i carabinieri e la stessa Procura di Torre Annunziata. Così facendo si vuole bloccare l’attività dei tombaroli, che di tanto in tanto fanno capolino nell’area dell’antica città saccheggiando sepolture e antichi edifici. I lavori permetteranno quindi di valorizzare ancora di più l’area e ottenere nuovi elementi utili agli archeologi per ricostruire con esattezza la storia del sito.

L’eruzione del 79 d.C descritta da Plinio il Vecchio

Ci sono testimonianze storiche dell’eruzione del 79 d.C. Ce ne ha lasciato una importante descrizione lo storico latino Plinio il Vecchio, che nel momento in cui il Vesuvio eruttò si trovava in mare con la sua nave, in quanto comandante della flotta di stanza a Capo Miseno. Egli descrisse nei minimi particolari l’accaduto, raccontando il terrore della gente che correva nella città cercando di salvarsi dalla furia della cenere e dei lapilli. Plinio il Vecchio morì proprio mentre osservava l’eruzione.

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