A Milano una mostra dedicata ai 56 anni di Barbie

Barbie, la bambola più famosa al mondo, icona di stile per diverse generazioni, ha compiuto 56 anni e per festeggiarla è stata organizzata al Museo delle Culture una mostra che avrà inizio il prossimo 28 ottobre.

A Milano una mostra dedicata ai 56 anni di Barbie

La bambola più amata dalle bambine di tutto il mondo, Barbie, arriva a Milano con una mostra speciale, a lei dedicata interamente, presso il Museo delle Culture (Mudec) di Via Tortona 56. La mostra, il cui titolo è “Barbie. The icon”, sarà visitabile al pubblico dal 28 ottobre al 13 marzo 2016 e verrà curata da Massimiliano Capella.

Lo scopo della mostra è quello di ricostruire e condividere le tappe della carriera di questa bambola, nata il 9 marzo del 1959 ( ben 56 anni fa) da un’idea di Ruth Handler, moglie del cofondatore della Mattel, Elliot Handler, e da allora divenuta un’icona di stile. Nel corso della sua lunga carriera Barbie, il cui nome completo è Barbara Millicent Robert, ha infatti indossato circa 1 miliardo di abiti per 980 milioni di stoffa.

La mostra sarà costituita da cinque sezioni, oltre ad una introduttiva: la sezione introduttiva, dal titolo “Who is Barbie”, è volta a far sapere tutto su Barbie, attraverso 7 pezzi iconici (uno per ogni decade); la prima sezione, intitolata “Barbie e la moda”, si configura come un’esposizione degli abiti più belli indossati da Barbie; la seconda sezione, “Barbie Family” è dedicata a tutti gli altri personaggi legati a Barbie (Ken, Shelly, Skipper…); la terza sezione, “Dolls of the world”; la quarta sezione, “Barbie Careers” è dedicata ai ruoli ricoperti da Barbie nel mondo lavorativo (hostess, casalinga, manager, principessa, ambasciatrice…); la quinta e ultima sezione, “Regina, diva e celebrity” è dedicata all’identificazione di Barbie con le donne più famose di questi cinquanta anni.

Ovviamente, se da un lato c’è chi osanna la mostra, definendola un punto di unione tra generazioni (Barbie è infatti forse l’unica bambola con cui abbiamo giocato noi in passato e che utilizzano oggi anche le nostre figlie), dall’altro lato c’è chi la critica, parlando addirittura di violazione del mondo della cultura.

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