A Bologna, due imprenditori in manette per traffico di rifiuti e corruzione

I dirigenti della ditta Italferro di Crespellano, in provincia di Bologna, sono stati arrestati per traffico di rifiuti e corruzione al termine di un'indagine del nucleo Operativo Ecologico

A Bologna, due imprenditori in manette per traffico di rifiuti e corruzione

Valerio e Matteo Fiori, dirigenti della ditta Italferro di Crespellano in provincia di Bologna, sono stati arrestati al termine di un’indagine portata avanti dal Nucleo Operativo Ecologico, con la coordinazione della Direzione Distrettuale Antimafia, in merito al traffico di rifiuti.

Durante l’indagine è stato appurato che ogni anno trentamila tonnellate di carcasse di automobili venivano inviate nelle tre ditte di smaltimento gestite da Valerio e Matteo Fiori e, in quelle sedi, i rottami venivano certificati come bonificati, ovvero privati di batterie, parti plastiche e motori, però senza che tale bonifica avesse luogo.

Per operare illecitamente senza avere soprprese non gradite, i dirigenti della Italferro, rispettivamente padre e figlio di 68 e 47 anni, si avvalevano della collaborazione di quattro militari del Nucleo Operativo Ecologico di Bologna, ora agli arresti per corruzione, accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto d’ufficio, tra cui il luogotenente Sergio Amatiello, già precedentemente sospeso dall’Arma.

Sotto inchiesta ci sono anche Mauro Monti, ex magistrato bolognese nonché presidente del Consiglio di Amministrazione della ditta Italferro e un secondo luogotenente del Nucleo Operativo Ecologico della Città di Bologna.

Dall’inchiesta, partita a marzo dello scorso anno, è stato appurato che la maggior parte delle carcasse degli sfasciacarrozze romani, certificate come bonificate, arrivavano nelle mani dei dirigenti della Italferro di Crespellano e comprate a prezzi ridotti. Da qui, senza subire altri trattamenti, i pezzi venivano venduti alle fonderie a prezzi di mercato.

Per riuscire a fare al meglio tutte queste operazioni senza incappare in imprevisti sgraditi, i dirigenti della ditta di demolizioni di Crespellano ricorrevano alla rete di conoscenze altolocate all’interno del NOE, a cui poi elargivano vari regali.

Complessivamente, l’indagine in questione è risultata alquanto intricata e difficoltosa anche perché gli investigatori hanno dovuto cercare di fare luce sull’attività illecita di cui venivano tirate le file proprio all’interno dello stesso nucleo investigativo.

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