BERLINO. Inizia lo sciopero più lungo delle ferrovie tedesche. I macchinisti hanno spento i motori dei treni merci lunedì pomeriggio e da martedì lo stop è andato a prendere anche quelli passeggeri, che si prolungherà fino a domenica. Sei lunghissimi ed ininterrotti giorni di astensione che potrebbero creare un danno mica da poco all’economia del paese. Secondo alcune stime oltre 500 milioni di euro, ovvero circa lo 0,1% del Pil trimestrale andrà bruciato.
Di fronte a questo sciopero ha fatto sentire la sua voce la cancelliera Angela Merkel che sta sondando una possibilità di mediazione. Il sindacato dei macchinisti GDL ha già respinto a tutta forza la proposta ma il capo del Governo tedesco ha detto che pure senza voler intervenire direttamente la mediazione è l’unica strada percorribile. Inoltre ha aggiunto che è ben chiaro che i tempi non sono ancora maturi, ma bisogna arrivarci e sono tutti in attesa di una soluzione. La posizione del vice cancelliere e ministro dell’economia Sigmar Gabriel è ancora più duro, infatti ha affermato che tutte le parti dovrebbero chiedersi se il danno che la protesta potrebbe causare sia proporzionato alla posta in gioco.
Da quando le trattative con Deutsche Bahn sono iniziate, dieci mesi fa, il sindacato GDL si è astenuto dal lavoro già ben otto volte ma uno sciopero di sei giorni consecutivi non si era ancora visto nelle ferrovie tedesche, soprattutto mai era stato pensato di arrivare a tanto.
Sul tavolo non ci sono soltanto l’aumento salariale del 5 per cento, la società ha offerto un incremento del 4,7% in due round e un’una tantum di mille euro, il limite di 50 ore annuali agli straordinari nonché una riduzione dell’orario da 39 a 37 ore settimanali. C’è soprattutto una delicata questione di rappresentanza sindacale. La sigla GDL, infatti, rivendica il diritto di rappresentare non solo i macchinsiti ma tutto il personale delle viaggiante.