Da qualche giorno ha fatto tappa nella città di Roma il feretro del Milite Ignoto a bordo del treno della memoria, rendendo omaggio ai caduti della I guerra mondiale e al soldato mai identificato ma tumulato nel sacello dell’Altare della Patria, ripercorrendo quel viaggio storico del 1921 partito da Aquileia con destinazione finale la capitale italiana, definita la “caput mundi”.
Oggi, 4 novembre si festeggia la ricorrenza della “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate” con numerose celebrazioni italiane seguite dalla Rai in diretta su tv, radio e web, tra cui la cerimonia di Roma in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella renderà omaggio al Milite Ignoto con la deposizione della corona d’alloro, affiancato dal Ministro della Difesa Guerini, da alte cariche dello stato e dalle autorità militari.
E con gli occhi rivolti al cielo si assisterà al favoloso spettacolo delle Frecce Tricolori, il cui nome ufficiale è 313º Gruppo Addestramento Acrobatico, ovvero la Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) dell’Aeronautica Militare Italiana, nata nel 1961 in seguito alla decisione dell’Aeronautica stessa di creare un gruppo permanente per l’addestramento all’acrobazia aerea collettiva dei suoi piloti.
Le Frecce Tricolori hanno principalmente tre programmi di esecuzione delle acrobazie: alto, basso, e piatto, a seconda delle condizioni meteorologiche e alle caratteristiche dell’area dell’esibizione. Il programma alto viene scelto quando la base delle nuvole si trova sopra i 1.000 m ed è caratterizzato dall’esecuzione delle figure acrobatiche interamente sul piano verticale; il programma basso viene preferito invece quando le nubi non superano i 500 – 600 m e non si compiono manovre verticali (come looping o la bomba); infine, la variante piatto prevede passaggi della formazione a bassa quota.
Da alcuni anni, le esibizioni della PAN, si chiudono con la formazione al completo che disegna nel cielo un tricolore lungo 5 km, mentre dagli altoparlanti a terra la voce di Luciano Pavarotti intona il finale di Nessun dorma per l’intera durata del passaggio.