Maltrattate, controllate e picchiate dal padre-padrone e dal fratello maggiore perché avevano “atteggiamenti troppo occidentali“. Con questa accusa un uomo di 55 anni ed il figlio di 25, entrambi musulmani di origine marocchina e residenti a Lucca, sono stati condannati a 2 anni e 2 mesi di reclusione ciascuno dal giudice per le udienze preliminari Riccardo Nerucci.
La denuncia è partita quando una delle tre vittime, tutte minorenni all’epoca della confessione, dopo l’ennesimo episodio di violenza si è sfogata con una insegnante di fiducia su quanto succedeva a casa. La professoressa informò la scuola, che sporse denuncia e dette il via all’iter giudiziario, che ha portato in settimana alla condanna dei due uomini.
Le tre ragazzine hanno raccontato agli inquirenti che, in svariate occasioni, erano state picchiate sia dal padre che dal fratello maggiore, che ha precedenti per droga. I due uomini accusavano le figlie adolescenti di non rispettare la fede musulmana, e di avere atteggiamenti “troppo occidentali”.
In particolare, uno degli argomenti di discussione tra i più frequenti era l’abbigliamento delle minorenni e le loro amicizia. Gli uomini obbligavano le ragazzine ad indossare il velo, soprattuto in situazioni in cui le tre giovani avrebbero preferito non farlo. Inoltre, le rimproveravano per le loro amicizie, da loro ritenute poco raccomandabili, e controllavano i loro telefonini per assicurarsi che non frequentassero persone non approvate.
Sotto accusa anche la madre delle tre ragazze. La donna avrebbe infatti difeso il marito ed il figlio, sostenendo che le tre minorenni si fossero inventate tutto. Smentita dalle indagini, la donna è ora finita nei guai in quando dovrà rispondere dell’accusa di falsa testimonianza e sottoporsi a sua volta ad un processo. Le tre giovani sono ora affidate al tribunale dei minori, separate dalla famiglia di origine, e probabilmente affidate ad una struttura protetta dove i genitori ed il fratello non potranno rintracciarle e esercitare su di loro qualsiasi forma di vendetta.