23 novembre 1980-23 novembre 2020: 40 anni dal terremoto più devastante

23 novembre 1980: circa 90 secondi hanno cambiato per sempre la vita di chi ha visto la propria casa crollare e insieme ad essa tutta una vita di sacrifici e speranze. Fu un terremoto devastante.

23 novembre 1980-23 novembre 2020: 40 anni dal terremoto più devastante

Alle 19:34 di quarant’anni fa uno degli eventi più devastanti della storia italiana colpì l’Irpinia e la Basilicata: un terremoto di magnitudo pari a 6,5 della Scala Richter.

Chi ha memoria di quei giorni ricorda che il quotidiano “Il Mattino” titolava a caratteri cubitali “FATE PRESTO”, una sorta di ultimo, disperato grido ai soccorsi, perché cercassero in fretta di salvare quante più persone possibili intrappolate sotto le macerie. Accorsero più di 8mila soccorritori da ogni parte d’Italia e del mondo per affrontare quella tragedia immensa ma, nonostante il lavoro dei militari e dei volontari oltre che dei lavoratori specializzati, che però non furono abbastanza tempestivi -l’allora Presidente Pertini denunciò con forza gli errori della macchina organizzativa- il bilancio fu terrificante.

 

Infatti, quando la terra finalmente smise di tremare, ci si rassegnò all’evidente impossibilità di ritrovare altri sopravvissuti e fu il momento del bilancio: si dovettero contare 2.914 morti, circa 9.000 feriti e quasi 280.000 sfollati.

La Basilicata pagò un prezzo altissimo: simbolo di quella devastazione divenne in particolare il comune di Balvano, in provincia di Potenza, dove 77 persone perirono sotto il crollo della chiesa di Santa Maria Assunta mentre stavano assistendo alla messa. Di queste 77 vittime, 66 erano bambini e adolescenti: fu cancellata in un minuto un’intera generazione.

Interi paesi si sgretolarono, le case divennero tombe e la popolazione sopravvissuta fu sfollata e accampata alla bene e meglio fino a che arrivarono i containers che parverono una buona soluzione contro il freddo ma poi la ricostruzione fu lenta e caratterizzata da ruberìe per cui quei containers furono tetto a vita per i malcapitati.

È di certo vero che non è possibile prevedere un sisma ma sicuramente si possono mettere in campo tutte quelle attività che vedono nella prevenzione lo strumento principale per la mitigazione del rischio sismico e, nello specifico, va ricordato che la Basilicata è una delle regioni con il più elevato rischio sismico. Ci fu anche qualcuno che, giustamente, sottolineò che quei morti dovevano diventare un peso sulle coscienze di quanti hanno rubato sul cemento come il negoziante disonesto ruba sul peso.

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