La “Passione del santo di Terni” descritta nel volume “San Valentino e il suo culto“, pubblicato nel 2012, racconta qualche particolare della vita del Santo tanto “amato” dagli innamorati, Valentino, che – però – stando alla “storia” – ha poco a che vedere con i fidanzati.
Si racconta che Valentino, vescovo di Terni, implorato da Cratone, un maestro di lingua greca e latina, abbia guarito il figlio storpio, Cheremone. Per ottenere la guarigione, Cratone aveva promesso al Santo anche la metà dei suoi beni, ma Valentino, dopo una lunga discussione notturna, gli spiegò che a guarire il ragazzo non sono le ricchezze, ma la fede in Dio. A Cratone non rimase altro che promettere di farsi battezzare non appena suo figlio avesse riacquistato la salute.
Cratone, ottenuta la guarigione del figlio, mantenne la promessa e si fece battezzare insieme a tutta la famiglia. Seguirono l’esempio del maestro Cratone anche tre studenti greci, Proculo, Efebo, Apollonio, e Abbondio il figlio del Prefetto di Roma, Furioso Placido, in carica negli anni 346-347.
Furioso Placido, nonostante l’Editto di Costantino del 313, continuava a preferire al cristianesimo gli antichi culti della città. Su mandato del Senato, arrestò Valentino e lo fece decapitare di notte e di nascosto per timore dei cristiani, al secondo miglio della via Flaminia. Proculo, Efebo, ed Apollonio, recuperarono il corpo del martire, e lo seppellirono poco fuori della città di Terni.
Il consolare Lucenzio, venuto a conoscenza dell’iniziativa dei tre giovani, li fece catturare e decapitare durante la notte, poi fuggi dalla città per timore di una rivolta. La popolazione, sollecitata da Abbondio, seppellì i nuovi martiri insieme a Valentino, nella stessa tomba che nel tempo avrebbe raccolto altri corpi di martiri cristiani.
Ci sono diverse leggende che fanno di San Valentino il patrono degli innamorati. Una di queste afferma che Valentino sia stato giustiziato per aver celebrato il matrimonio cristiano tra Serapia, cristiana, e il legionario romano Sabino, pagano. Serafia era malata e, per questo, la cerimonia venne fatta in fretta. Si racconta che i due sposi morirono insieme, mentre Valentino li benediceva.
Un antico scritto del poeta inglese Geoffrey Chaucer pone san Valentino come patrono dei fidanzati semplicemente perché in questa data, 14 febbraio, giorno di San Vaentino, gli uccellini cominciano le loro danze d’amore.