“L’amico del babbo non è come tutti pensano che sia. E purtroppo solo io lo so…”. La richiesta d’aiuto era stata mandata da una tredicenne su Whatsapp ad un’amica, e via via la confessione diventa sempre più esplicita: “Ok, vado dritta al punto. Ogni volta che viene a casa mia questo amico del babbo inizia a toccarmi ovunque, naturalmente lo fa quando nessuno lo guarda…e io non so che fare. Cerco di non stare mai sola con lui ma quando i miei genitori mi lasciano da lui ha la possibilità di farlo…aiutami“.
La vicenda, accaduta a Firenze, rivela degli scenari sempre più inquietanti: “Sei l’unica a cui l’ho detto, non me ne far pentire. Sai cos’è la cosa peggiore? Che in questo mondo esistono persone così false. Lui è un poliziotto. E non credo che i poliziotti dovrebbero fare queste cose“. Era lo scorso ottobre, quando la ragazza scriveva questi messaggi, mentre il suo umore cambiava in peggio col passare delle settimane.
E arriva il momento del timore; timore di rovinare una famiglia, quella del poliziotto: “So che devo dirlo. Però pure lui ha una famiglia, ha un figlio di tre anni a cui verrà tolto il padre. Io li vedo una volta a settimana, vedo questo bambino ridere e crescere felice, mi sento solo in colpa di rovinare una famiglia“. Due anni di inferno, con la stessa scena che si ripete settimana dopo settimana: quando gli altri sono a cena, l’uomo si ferma nella camera della ragazza e si intrattiene con lei.
Poi, pian piano, la confessione viene fatta anche alla psicologa e ad una professoressa, e la verità viene a galla. Pochi giorni fa, l’uomo viene tratto in arresto con l’accusa di violenza sessuale su minore. Oggi, in tribunale, la ragazza dovrà spiegare davanti al Gip quello che è successo, ma nessuno potrà togliergli dalla testa questi terribili momenti.