Non esiste persona che non abbia anche solo sentito parlare dell’unica e attuale allerta universale: il riscaldamento globale. Nell’ultimo anno in particolar modo, abbiamo anche sperimentato proprio in Italia, sulla nostra pelle, una delle conseguenze più immediate di questo fenomeno: i cambiamenti climatici. Tra ondate di un caldo micidiale e un maltempo imprevisto e devastante, ne abbiamo davvero viste di tutti i colori.
Ecco la risposta del Vaticano. Lo Stato più piccolo al mondo ha infatti deciso di attuare un piano che possa rendere più efficace la raccolta differenziata e lo smaltimento dei rifiuti e per di più ha imposto il divieto di vendere la plastica monouso. Date le ridotte dimensioni dello Stato, si presume che entro un anno le scorte saranno pari a zero e Città del Vaticano sarà interamente plastic free.
Lo Stato opera principalmente un tipo di raccolta da cassonetto (ad eccezione di pochi casi specifici) e genera annualmente pressappoco un migliaio di tonnellate di rifiuti. Il responsabile del servizio giardini e nettezza urbana, Rafael Ignacio Tornini, ha dichiarato: “Sentiamo molto anche il problema della plastica. Noi facevamo lo sforzo di raccoglierla il più possibile, lo Stato ha fatto quello di limitare tutta la vendita della plastica monouso”.
Uno dei punti più difficili del territorio, specialmente a causa dell’indifferenziato, è la zona di piazza San Pietro, dato anche l’elevato numero di turisti che ogni giorno la visitano. “Lì – ammette Tornini – l’indifferenziato ci incide un bel po’ su tutto il resto, sotto ai colonnati abbiamo messo contenitori specifici per la plastica e devo dire che funziona perché riusciamo a raccoglierne circa dieci chili al giorno”.
Alla domanda se ci sono multe per chi non fa la differenziata, Tornini ha sorprendentemente affermato che non c’è n’è alcun bisogno e che i cittadini si impegnano attivamente anche solo dopo un richiamo.