Una donna cinese ha offerto 500 euro ai finanzieri che l’avevano fermata, allo scopo di provare ad evitare il sequestro della merce contraffatta che si trovava in vendita nel suo negozio. La vicenda è andata in scena a Napoli, dove le Fiamme Gialle del Comando provinciale sono risaliti all’imprenditrice che vendeva articoli contraffatti. Le perquisizioni hanno condotto al rinvenimento di un “bottino” totale di circa 28.000 orologi pronti ad essere immessi sul mercato a prezzi stracciati, per soddisfare le esigenze della clientela volenterosa di sfoggiare oggetti delle migliori marche (almeno nell’aspetto), senza dover pagare cifre astronomiche.
Un vero e proprio disastro aziendale per la donna, il cui esercizio commerciale era finito sotto la lente d’ingrandimento del Gruppo pronto impiego del capoluogo partenopeo. Ma la titolare non ha perso lo spirito imprenditoriale nemmeno in quel frangente, tentando a quel punto il tutto per tutto. O forse sarebbe meglio dire il poco per tutto. Perché stando alle ricostruzioni, la tangente che la donna di origini cinesi avrebbe provato a proporre ai militari, sarebbe stata di 500 euro. Un’offerta di corruzione che rasenta il ridicolo, e che i finanzieri hanno gentilmente rispedito al mittente, rispondendo con un paio di manette ed il sequestro degli articoli, provvisti peraltro di relativi accessori recanti i marchi delle maggiori marche internazionali, ovviamente riprodotti in maniera illecita.
La donna è stata arrestata e processata per direttissima, mentre una denuncia è toccata anche al marito, sebbene quest’ultimo non sia stato tratto in arresto. La tangente che l’imprenditrice cinese ha provato ad allungare ai militari è stata sequestrata, così come sotto sequestro sono finite anche tutte le partite di orologi contraffatti. Certo, la corruzione rimane una piaga dilagante nel nostro Paese, a Napoli così come nel resto d’Italia. Ma in questo caso, la grottesca somma offerta dalla donna (probabilmente sin troppo abituata a lavorare in abuso d’economia) ai finanzieri per cercare di evitare il maxisequestro, rimane una nota divertente in una vicenda di cronaca che, fosse venuto a mancare quel particolare, sarebbe forse passata inosservata.