L’ex presidente del Partito democratico Rosy Bindi è stata eletta presidente della Commissione Antimafia con 25 voti contro gli otto di Luigi Gaetti, del M5S.
L’elezione è avvenuta al secondo turno, dopo che l’esponente del Pd al primo turno aveva ottenuto 23 voti a favore contro i 6 di Luigi Gaetti.
Alla votazione non hanno partecipato gli esponenti del Pdl che, tramite Renato Brunetta e Renato Schifani, hanno minacciato di disertare non solo quella odierna, ma tutte le sedute della bicamerale fino alla fine della legislatura, in quanto “il Partito democratico intende imporre un proprio candidato usando solo la forza dei numeri e senza la necessaria condivisione per una scelta così importante. Ricordiamo – scrivono i capigruppo Pdl – che negli ultimi mesi l’elezione degli organi della Commissione Antimafia ha subito numerosi rinvii proprio a causa delle divisioni interne allo stesso Pd”.
Intanto Riccardo Nuti del M5s ha smentito la presunta spaccatura all’interno del Movimento nel primo voto. Infatti Luigi Gaetti ha avuto 6 voti e non otto, “perché lui stesso non si è votato, e un altro nostro collega era in quel momento in missione. Quindi nessuna spaccatura”.
E, poco prima della votazione, è intervenuto nel dibattito anche il leader di Azione Civile Antonio Ingroia, che ha affermato: “Lo stallo della Commissione parlamentare Antimafia, per sette mesi senza componenti e ancora oggi senza presidente, è la dimostrazione palese di un Parlamento incapace, lontano dal Paese reale, dove la mafia è un’urgenza da affrontare”. “Ancora prima della magistratura – ha sottolineato Ingroia – la lotta alla mafia dovrebbe essere una priorità della politica. La Commissione Antimafia dovrebbe essere in prima linea contro il riciclaggio, la mafia dei colletti bianchi, le infiltrazioni criminali nel nord Italia. Invece di un passo avanti della politica – ha concluso – gli italiani assistono a un indecoroso spettacolo di mercanteggiamento sotto banco in base ai rapporti di forza della maggioranza governativa, Pd e Pdl non riescono nemmeno a mettersi d’accordo per nominare il nuovo presidente della Commissione”.