Un’imprenditrice veneziana di 53 anni si è tolta la vita impiccandosi nel bagno del suo appartamento di Salzano, nell’entroterra veneziano.
L’allarme è scattato in mattinata, lanciato da una commerciante della zona a cui la donna aveva chiesto di chiamarla se non l’avesse vista al lavoro all’orario di apertura. Non riuscendo a rintracciarla al telefono, l’uomo ha deciso di contattare la sorella, che, forse temendo il peggio, si è rivolta ai carabinieri. I militari della stazione di Noale sono entrati nell’appartamento e l’hanno trovata ormai senza vita.
Prima di farla finita, però, la donna ha scritto quattro lettere: alla figlia, alla sorella, a un amico, e a un sacerdote, con la richiesta esplicita di leggerla al suo funerale.
Alla base del tragico gesto, sembra ci siano problemi di natura economica: infatti la donna, titolare di un’agenzia di pratiche automobilistiche a Spinea, avrebbe contratto dei mutui ai quali non era in grado di far fronte, a causa di un calo dell’attività dovuto alla crisi economica. Gli inquirenti hanno spiegato che l’imprenditrice presentava una “grave esposizione bancaria”, a causa dei mutui dell’automobile, della casa e dell’ufficio, che aveva deciso di comprare perché l’attività di pratiche auto fosse completamente di sua proprietà. Secondo investigatori e inquirenti, però, il motivo economico non sarebbe l’unico ad aver scatenato la crisi depressiva della donna, che a quanto sembra viveva un contesto personale piuttosto complicato. Cosa che, comunque, nella vita di tutti i giorni non aveva mai mostrato a nessuno.
Le lettere scritte prima di uccidersi sono state sottoposte a sequestro e verranno analizzate dal pubblico ministero di turno Angela Masiello, prima di essere consegnate ai destinatari.