Ergastolo per Francesco Furchì accusato dell’omicidio di Alberto Musy. L’uomo, però, si continua a professare innocente. “Sono innocente, è ingiustizia” ha detto dopo la sentenza.
È senza sconti la sentenza della Corte di Assise di Torino. Ergastolo per l’omicidio di Alberto Musy, il consigliere comunale torinese ferito con dei colrpi di arma da fuoco il 21 marzo del 2012 nell’androne di casa e poi morto dopo ben 7 mesi di lunga agonia.
Una vicenda quella di Musy che ha tenuto milioni di italiani con il fiato sospeso. Lunghe le indagini ed alla fine le forze dell’ordine sono riusciti ad identificare lui, Francesco Furchì. La Corte d’Assise di Torino mette, quindi, la parola fine a questo lungo processo.
Francesco Furchì, però, si continua a dichiarare innocente e mentre la corte lo condannava all’ergastolo continuava a scuotere la testa in segno di disapprovazione e continuava a ripetere “Non è giusto”.
Gioia invece per Angelica Corporandi d’Auvare, moglie di Alberto Musy, che ha commentato subito dopo la lettura della sentenza. “Mi aspettavo un verdetto del genere, per tutti noi è una liberazione, ora possiamo tornare a vivere. Ringrazio la Squadra Mobile della Polizia per il grande lavoro fatto. Dopo l’agguato non sapevamo proprio chi potesse essere, abbiamo considerato tutte le possibili ipotesi senza capire chi potesse avercela con Alberto. Finalmente so che cosa dire alle mie bambine quando torno a casa”.
Parole forti, quindi, quelle della moglie di Musy, frutto di anni difficili e di disperazione, segnati da pochi minuti che hanno cambiato il corso della vita di questa famiglia per sempre. La sentenza di oggi e l’ergastolo a Francesco Furchì non riporteranno indietro il marito ed il padre che questa famiglia ha perso ma di certo donano loro conforto. Di contro, però, Furchì non si arrende e continua ad urlare la sua innocenza a gran voce.