Truffe assicurative: mamma incinta uccide il bimbo che porta in grembo per ottenere un risarcimento

Truffe assicurative senza scrupoli. Una mamma induce un parto prematuro e lascia morire il piccolo per ottenere un maxi risarcimento. Tante le persone coinvolte a vario titolo nella vicenda. Si continua ad indagare

Truffe assicurative: mamma incinta uccide il bimbo che porta in grembo per ottenere un risarcimento

Le truffe alle assicurazioni aumentano sempre di più ed a volte non si fermano neanche di fronte ad un feto ancora mai venuto al mondo.

È questo il particolare raccapricciante dell’ennesima indagine sulle truffe assicurative. Secondo quanto scoperto dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza di Cosenza, ci sarebbero state delle presunte truffe ad assicurazioni per falsi incidenti stradali. In uno dei casi su cui si sta indagando gli imputati avrebbero ottenuto un cospicuo risarcimento provocando intenzionalmente, secondo quanto sostiene l’accusa, la morte del piccolo che la donna teneva in grembo.

Sono in tutto sette le persone coinvolte nell’operazione “medical market”, che ha portato all’arresto di quattro persone ed alla sospensione dalla professione di un avvocato. In tutto si parla di ben 144 persione coinvolte a vario titolo in diverse truffe ai danni di compagnie assicurative.

A sconvolgere in particolare una truffa da cui gli indagati avrebbero ricavato per due milioni di euro. L’incidente sarebbe avvenuto, infatti, ai danni di una donna incinta alla 28esima settimana. La donna ha simulato l’incidente e si è presentata al pronto soccorso per delle minacce di parto prematuro. Secondo gli investigatori, invece, la nascita prematura del bambino sarebbe stata indotta volontariamente tramite la tecnica del “pinzamento”.

Il piccolo è nato vivo ma purtroppo non gli sono state fornite le cure necessarie per poter sopravvivere e sarebbe stato lasciato morire grazie anche alla complicità del medico del Pronto Soccorso di Corigliano Calabro.

Medici, mamma del piccolo e altri indagati si sarebbero poi divisi il compenso derivato dalla truffa messa in piedi. L’inchiesta sta portando alla luce dei particolari davvero da brivido. Secondo gli inquirenti, infatti, al piccolo sarebbe stato negato anche l’ossigeno. “Sarebbe bastata una boccata di ossigeno e il bimbo oggi sarebbe vivo” dichiara il dirigente della sezione di polizia stradale di Cosenza Domenico Provenzano.

Truffe assicurative sempre più senza scrupoli, quindi, stando anche a ciò che emerge da altri casi di aborto sospetti, spesso indotti proprio per ottenere un risarcimento danni dalla compagnia assicurativa.

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