Isis: l’Italia rincara le pene per i “foreign fighters”

Il Governo italiano si riunirà per discutere sul fenomeno del terrorismo internazionale. Sono previste pene più severe per chi abbraccia la causa jihadista; i "foreign fighters" potrebbero infatti scontare fino a dieci anni di reclusione

Isis: l’Italia rincara le pene per i “foreign fighters”

Oggi il Governo si riunirà a Palazzo Chigi per rivedere il disegno di legge che regolamenta le precedenti norme riguardanti il terrorismo, specie quello internazionale. Il decreto che verrà proposto prevederà nuove misure in tema delle missioni attuate dai cosiddetti “foreign fighters”.

Le punizioni non riguarderanno più solo chi arruola e addestra i terroristi, ma anche chi si mette volontariamente a disposizione di questi ultimi in favore della loro “causa”. Verranno inoltre discusse misure di prevenzione, tra cui i divieto di espatrio per chi è sospettato di terrorismo. Sempre secondo queste nuove norme legislative, il web dovrà essere monitorato ancor più rigidamente che in passato, per evitare istigazioni e apologie al terrorismo; a tal fine verrà anche istituita una “black list” dei siti internet sospetti, proprio per prevenire questi tipi di reati.

La persona arruolata, secondo le nuove leggi, verrà infatti punita con la reclusione da tre a sei anni, mentre la pena sale a dieci anni per chi “acquisisce, anche autonomamente, le istruzioni per combattere” e chi addestra al combattimento o all’uso di armi. Queste pene verranno ulteriormente inasprite “se il fatto è commesso attraverso strumenti informativi e telematici”.

L’Italia, come d’altronde tutta Europa, è in allerta per il fenomeno crescente dei foreign fighters; i giovani residenti nell’Unione Europea (e talvolta anche cittadini a tutti gli effetti) che hanno abbracciato la causa jihadista, e sono pronti ad essere addestrati e a combattere a fianco di gruppi estremisti. Il timore per l’intelligence è il loro ritorno in patria dopo essersi formati militarmente i Paesi come la Siria. Questi soggetti potrebbero infatti compiere attentati, e l’intenzione del Governo Italiano è quello di impedire questo “processo di formazione” fin dal principio. Il campanello d’allarme per questo fenomeno è stato dato senza dubbio dai recenti attentati di Parigi.

Anche in Italia, ricordiamo, seppur in minor quantità rispetto ad altri Paesi Europei, si conta un certo numero di soggetti indagati. Proprio in questi giorni è infatti trapelata la notizia dell‘espulsione di uno studente turco dalla Normale di Pisa, colpevole di aver postato messaggi anti-occidentali e pro Isis su dei siti internet di matrice jihadista.

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