Paolo Bovi, ex fonico dei Modà, confessa di essere malato di pedofilia

In una lettera inviata ai suoi genitori il 13 marzo, Paolo Bovi ha scritto di essere da tempo ammalato di pedofilia. Quando ha sentito per la prima volta alle superiori quella parola e l'ha cercata sul vocabolario si è reso conto di essere malato

Paolo Bovi, ex fonico dei Modà, confessa di essere malato di pedofilia

L’ex fonico dei Modà ha inviato una lettera ai suoi genitori lo scorso 13 marzo, in cui confessava la sua malattia. Paolo Bovi, che poi aveva anche tentato il suicidio, ha scritto nella lettera queste tragiche e incredibili parole: “Sono ammalato di pedofilia: l’ho capito quando per la prima volta alle superiori ho sentito quella parola e l’ho cercata sul vocabolario”. 

L’ex fonico era stato condannato il 10 ottobre a cinque anni e mezzo di reclusione per aver commesso molestie sessuali ai danni di quattro ragazzi tra i 14 e i 16 anni. Nella lettera inviata ai genitori, sofferta e che dimostra la cruda realtà, Paolo Bovi scrive:“Sono malato da tantissimo tempo, per quello che riesco a ricordare già dalle scuole medie”.

Nella lettera l’uomo parla anche del suo carattere e dei problemi che ha vissuto convivendo con questa terribile malattia, ma ha anche scritto: “Sono sempre stato un bambino sensibile, dolce e sincero ed ho sempre creduto che ogni cosa che dicevano papà e mamma erano la verità. Per me quello che mi dicevano i miei genitori era la cosa più importante sono sempre stato buono e volevo conoscere il mondo come tutti”.

La lettera scritta dall’ex fonico è stata riportata nelle motivazioni della sentenza emessa da Franco Cantù Rajnoldi, il gup di Milano che si occupa del caso. Bovi ha ricevuto anche una condanna per evasione: l’uomo aveva manomesso il braccialetto elettronico mentre stava ancora scontando i domiciliari. Paolo Bovi aveva scritto la lettera per far sapere ai genitori la verità, poi si è allontanato e ha tentato il suicidio nei pressi della sala dove di solito intratteneva le prove con i Modà, precisamente a Cernusco sul Naviglio, località in provincia di Milano. Per sua sfortuna però il segnale lanciato dal braccialetto ha permesso di individuare la sua posizione e i carabinieri lo hanno raggiunto in tempo e lo hanno salvato. 

Una storia che lascia l’amaro in bocca, soprattutto perché si è di fronte ad una persona consapevole della sua grande sofferenza. E come ha dimostrato Bovi con la sua confessione, la pedofilia è spesso una malattia a cui l’individuo non riesce a sottrarsi.

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