Con l’accusa di aver usato violenza contro dei paparazzi per impossessarsi del rullino fotografico, il cantante Gigi D’alessio è stato interrogato ancora una volta in procura. I fatti risalgono ormai al 2007, quando alcuni fotografi scattarono delle immagini fuori la villa romana dove si trovava l’artista napoletano. Cosi nei giorni scorsi accompagnato dal suo avvocato Gennaro Malinconico, è stato ascoltato dal sostituto procuratore Pietro Pollidori che a seguito dell’interrogatorio ha notificato al cantante l’avviso della chiusura delle indagini, un atto giudiziario che è il preludio della richiesta di rinvio a giudizio.
Eventi giudiziari che si ripetono, su cui tornano oggi le cronache giudiziarie: il cantante subì per questo una condanna in primo grado nel 2008 a nove mesi per i reati di “esercizio abusivo delle proprie ragioni e lesioni aggravate”. In appello però arriva il colpo di scena: era maggio 2012 quando la I Corte d’Appello, giudice Vincenzo Rosselli, non emette una sentenza ma una nuova ordinanza. I giudici del collegio proposero una modifica del capo d’imputazione, si passava cosi dal reato dell’esercizio arbitrario delle proprie ragioni a quello ben più grave di rapina.
La nuova ipotesi di reato è stata accolta dalla Procura che ha chiuso nei giorni scorsi le indagini, ora tutto riparte da zero. Come spiega lo stesso avvocato di D’Alessio, il procedimento penale nei confronti del suo assistito è annullato, si riparte ex novo, con annullamento anche della prima sentenza di condanna. Purtroppo per D’Alessio ora l’imputazione è più grave. I paparazzi che presentarono denuncia, poi ritirata, furono Mauro Terranova e Alessandro Foggia, entrambi uscirono l’undici gennaio del 2007 con referti ospedalieri che indicavano ecchimosi e contusioni e con 7 e 5 giorni di prognosi. Secondo i fotografi il cantautore napoletano si sarebbe avventato contro di loro insieme ad altre tre persone. “Eravamo fermi in strada sulla nostra Micra, non siamo entrati nella villa di Gigi D’Alessio, volevamo semplicemente aspettare che uscisse di casa per fotografarlo da solo o assieme alla compagna”.
Un copione quello dei paparazzi che sembra ripetersi sempre con le stesse conseguenze quando si superano certi limiti, critico l’avvocato di Gigi D’Alessio “Ci sono elementi per non ritenere sussistenti le ipotesi della rapina. Abbiamo chiesto alla procura che vengano fatti ulteriori accertamenti non c’era alcuna volontà da parte del mio assistito di sottrarre la macchina fotografica per realizzare un profitto ma esclusivamente per verificare se fossero state scattate foto inopportune”.