Alimentazione rettale ed interrogatori ghiacciati sono solo alcuni dei metodi utilizzati dalla Cia contro i terroristi.
Sono solo alcune delle rivelazioni contenute nel “rapporto sulla tortura” che la Commissione Intelligence del Senato Usa ha preparato e reso noto in queste ore. “L’uso da parte della Cia di tecniche avanzate di interrogatorio non ha rappresentato un mezzo efficace nella raccolta di informazioni” accusa il dossier dell’Intelligence.
La Cia, quindi, stando a quanto riportato in questo rapporto avrebbe utilizzato delle tecniche e delle torture molto più efferate e brutali di quanto in realtà sia il Presidente degli Stati Uniti che il Congresso avessero mai sospettato.
“tecniche avanzate di interrogatorio” come sono state definite, che però non hanno mai portato in realtà a dei grandissimi risultato nella lotta al terrorismo. Tutte tecniche raccolte in un rapporto di ben 6000 pagine che contiene all’interno delle informazioni davvero agghiaccianti.
Secondo quanto riportati, alcune di queste tecniche della Cia prevedeva l’alimentazione rettale. L’obiettivo era chiaro: soggiogare psicologicamente il detenuto così da costringerlo a parlare ed a fare le dichiarazioni che la Cia si aspettava da lui. Sempre secondo il rapporto l’alimentazione rettale è stata imposta ad almeno cinque detenuti tra cui Abd al-Rahim al-Nashiri, cospiratore della USS Cole, ed anche a Majid Khan, amico della vera e propria mente degli attacchi dell’11 settembre, Khalid Sheikh Mohammed.
All’alimentazione rettale spesso si associava anche l’uso dell’acqua ghiacciata durante gli interrogatori, che procurava nei detenuto sofferenza e disagio. I detenuti venivano fatti spogliare completamente e poi venivano coperti di acqua ghiacciata senza la possibilità di potersi poi asciugare o coprire. In questo modo venivano effettuati gli interrogatori ai detenuti.
Questi, però, sono soltanto alcuni dei metodi di tortura utilizzati dalla Cia. Secondo quanto contenuto nel rapporto i detenuti venivano anche chiusi in spazi strettissimi, tanto da rendere difficile la respirazione, e poi picchiati violentemente.
Molto utilizzata dalla Cia anche la pratica del “walling”, ovvero l’applicazione ai detenuti di un collare con una lunga corda che serviva agli agenti per sbattere i detenuti contro il muro molto violentemente.
Tutte tecniche quelle della Cia considerate ben più brutali di quanto concordato e che stanno creando parecchio scalpore in queste ore.