Il preside di una scuola elementare di Bergamo ha vietato il presepe. “E’ una discriminazione” le sue parole.
Sta facendo molto discutere la decisione di un preside di una scuola elementare di Bergamo, che ha vietato l’allestimento del presepe per non creare discriminazione. “La scuola è di tutti e non va creata alcuna occasione di discriminazione. In classe ognuno può portare il proprio contributo, ma accendere un focus cerimoniale e rituale può risultare soverchiante per qualcuno, che potrebbe subire ciò che non gli appartiene” ha dichiarato Luciano Mastrorocco, preside della scuola.
Una decisione molto particolare e che non sta mancando di suscitare la polemica dei genitori dei piccoli. Alcuni genitori, in particolare, sostengono che l’anno scorso invece il presepe sia stato allestito in alcune classi, mail preside nega. “A me non risulta che l’anno scorso sia stato fatto un presepe. Era stato allestito nell’atrio un villaggio agreste, per ricordare che siamo un’unica razza. È stato un modo per rispettare tutti: in questa scuola la percentuale media di studenti non italiani rasenta il 30% e, in alcune classi, ha picchi che si avvicinano al 50%. Le insegnanti sono d’accordo sul non fare alcun presepe tradizionale e l’unica lamentela è arrivata da un genitore. La favoletta che la cultura europea è figlia di tante cose, fra cui il cristianesimo,non sta più in piedi. A scuola non ci devono essere simboli che dividono” continua il preside.
Una decisione destinata a fare molto discutere e che ne riapre una ben più antica relativa alla presenza del crocifisso nelle scuole, altro segno della cristianità ritenuto inadeguato in una società sempre più mista, che in molti difendono e pretendono che rimanga al suo posto, dove è sempre stato.
Il preside, però, sul crocifisso ha un’idea ben diversa e non ha intenzione di eliminarlo. “Se lo tolgo se ne fa una questione di Stato e ho cose più importanti di cui occuparmi” taglia corto il preside. Intanto i genitori continuano a discutere. “Ho sollevato la questione, perché questo divieto, pur legittimo, mi pare assurdo. È giusto far crescere i figli secondo il nostro credo, poi da grandi saranno liberi di scegliere se seguirlo oppure no. Ora scriverà a tutti i genitori, per chiedere cosa ne pensano: il preside però mi ha detto che non cambierà idea, anche se la richiesta di fare il presepe dovesse arrivare dalla maggior parte dei genitori. Peccato, perché le nostre tradizioni andrebbero tutelate” dice il genitore che ha sollevato la questione e l’ha portata alle cronache.