Francesco Schettino oggi ha parlato in aula durante il processo per il naufragio della Costa Concordia.
È arrivato il giorno tanto atteso della deposizione di Francesco Schettino, il capitano della Costa Concordia naufragata sull’Isola del Giglio. Un giorno aspettato con ansia non soltanto dai familiari delle vittime ma soprattutto dallo stesso Schettino, che voleva avere la possibilità di raccontare la sua verità.
“L’avvicinamento all’isola favorisce l’aspetto commerciale” inizia così la deposizione di Schettino, che fa subito riferimento al famoso inchino, che in questo caso ha portato alla terribile tragedia di cui è stata protagonista la Concordia.
A seguire si parla del mutamento di rotta della nave e Schettino risponde che “nelle varie probabilità la navigazione sotto costa si è sempre fatta” e “il comandante della nave ha la facoltà di tracciare la rotta ma non ha nessun obbligo di informare l’armatore”. Proprio per questo motivo Schettino ha effettuato l’inchino all’Isola del Giglio senza avvisare nessuno.
“In questo caso non essendo pianificata la navigazione turistica, ma trattandosi di un’accostata, non ho avvisato nessuno” ha dichiarato schettino. L’inchino era in favore peraltro di un ex comandante in pensione, Mario Palombo, che soggiorna all’isola, ed è stato richiesto dal maitre Antonello Tievoli. “Considerato anche l’aspetto commerciale volevo prendere tre ciccioni con una fava” ha dichiarato Tievoli, “omaggiare l’isola e Palombo” e favorire l’aspetto commerciale dell’inchino.
Schettino, inoltre, riferisce che non era la prima volta che effettuava un inchino al Giglio e che in questo caso, la sera del naufragio, ha approvato la rotta e ha affermato di aver visto la carta nautica su cui era stata tracciata. “Un paio di volte ho fatto un passaggio ravvicinato al Giglio” ha dichiarato Schettino, che invece dichiara con fermezza di non aver agito per compiacere Domnica Cemortan, come si era detto in passato. “Non l’ho fatto per fare un favore alla Cemortan” ha concluso Francesco Schettino.