La Cattedrale di Palermo ha negato la Cresima al figlio del boss di Brancaccio Giuseppe Graviano. Il boss si trova al 41 bis accusato di essere stato l’autore delle stragi del 1992-93 e anche aver ordinato l’omicidio di padre Puglisi. Il figlio del boss ha 17 anni e ha finora seguito un percorso a fianco del Centro educativo Ignaziano del Cei insieme ad altri 49 compagni di scuola.
Purtroppo oggi il ragazzo sarà assente e sarà l’unico a non poter assistere alla funzione in Cattedrale. A decidere di negare il sacramento è il cardinale Paolo Romeo, che ha segnalato al Cei il caso del ragazzo e ne ha posticipato la cresima ad altra data e in altro luogo.
A prendere la decisione un prete della Cattedrale, che ha considerato la cresima del ragazzo in quella chiesa, proprio dove riposano le spoglie di Padre Puglisi, un affronto per tutta la comunità che allora ha condannato l’episodio di violenza e la presenza del ragazzo avrebbe sollevato ulteriori scandali e polemiche. Il Cei ha commentato la dichiarazione dicendo che il ragazzo è “un alunno come gli altri, ma se questo è il volere della Curia, spetta ora alla famiglie decidere quando e dove organizzare la cresima del ragazzo”. Decisione dunque accolta dal Cei che ha anche rifiutato le insistenze da parte della famiglia del ragazzo, soprattutto della madre Rosalia, che avrebbe fatto pressioni per convincerli a cresimare il figlio insieme ai compagni.
Ancora una volta critiche e polemiche non mancano e in occasioni come questa in cui si fondono mafia e religione lo scandalo è inevitabile. La questione della cresima è un altro lato spinoso che si è presentato dopo quello accaduto lo scorso settembre quando la nipote di Messina Denaro celebrò il suo matrimonio nella Cappella Palatina, a Palazzo dei Normanni. Allora fu un susseguirsi di polemiche e critiche nei confronti di chi aveva acconsentito a permettere della nipote di un mafioso in un luogo sacro ai palermitani, e di cui secondo loro la coppia ne era indegna.