Dipendente di Prato soccorsa dopo essere stata drogata dal datore di lavoro: indagini in corso

Una dipendente di Prato di 24 anni denuncia di essere stata messa in stato di incoscienza dal datore di lavoro tramite sostanze chimiche nella minestra; le indagini sono in corso.

Dipendente di Prato soccorsa dopo essere stata drogata dal datore di lavoro: indagini in corso

Un episodio inquietante ha scosso la città di Prato, dove una giovane dipendente di 24 anni ha denunciato di essere stata messa in condizione di incoscienza dal proprio datore di lavoro, un uomo di 59 anni, presumibilmente tramite l’assunzione di sostanze chimiche nella minestra consumata durante l’orario di lavoro.

La vicenda è emersa nei giorni scorsi e ha subito attivato le procedure di tutela previste per situazioni delicate, con il coinvolgimento dei carabinieri e del personale sanitario specializzato. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la giovane, al termine del turno lavorativo, sarebbe stata invitata a trattenersi in azienda per qualche ora in più. Durante questo periodo, le sarebbe stata servita una minestra che, secondo le indagini preliminari, conteneva benzodiazepine, sostanze capaci di indurre torpore e confusione.

Dopo aver consumato il pasto, la ragazza ha perso conoscenza, tornando a lucidità solo più tardi. Al risveglio, ha notato di indossare abiti diversi rispetto a quelli professionali che portava in azienda, pur trattandosi sempre di suoi vestiti, e ha espresso immediati dubbi sul cambiamento, chiedendo spiegazioni al datore di lavoro.

Le indagini hanno potuto avvalersi delle immagini di videosorveglianza presenti nei locali, che hanno documentato la vicenda. La giovane, consapevole di quanto le fosse accaduto, si è recata al pronto soccorso, dove sono stati attivati i protocolli di assistenza previsti per le persone che hanno subito abusi, consentendo di raccogliere informazioni cruciali e avviare le indagini in modo tempestivo.

Gli accertamenti clinici hanno confermato la presenza nel suo organismo di benzodiazepine, senza evidenze di lesioni fisiche, indicando dunque l’uso di sostanze chimiche come elemento centrale della vicenda. Il datore di lavoro, già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati minori, è ora in attesa di interrogatorio e le indagini proseguono per chiarire la dinamica completa dei fatti. L’episodio ha suscitato forte attenzione non solo per la gravità del gesto, ma anche per la necessità di prevenire situazioni analoghe sul posto di lavoro e di garantire strumenti di tutela adeguati per tutti i dipendenti. 

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