L’aria pungente del mattino avvolge i marmi del Tribunale di Pavia, mentre un insolito movimento rompe la routine dei corridoi giudiziari. In un’atmosfera carica di una pesante attesa, gli sguardi dei presenti si incrociano, consapevoli che quello che sta per aprirsi non è un giorno qualunque. Il passato, mai del tutto sopito, torna a bussare con prepotenza alle porte della cronaca, riportando l’attenzione su un enigma senza fine che ha segnato la storia recente.Tra i corridoi e le aule, il mormorio si placa all’improvviso quando fa la sua comparsa una figura che nessuno si aspettava di incrociare in quel contesto.
Cammina con passo regolare, quasi a voler sfidare la sorpresa generale scatenata dal suo arrivo, mentre le telecamere cercano di catturare ogni minimo dettaglio del suo volto. Alberto Stasi è tornato laddove tutto è iniziato, varcando nuovamente la soglia di un’aula di giustizia dopo anni di silenzio e reclusione.L’uomo, condannato in via definitiva per il tragico evento che coinvolse la giovane Chiara, ha deciso di uscire dall’ombra per assistere personalmente a una fase cruciale del nuovo capitolo giudiziario. La sua presenza, definita da molti come un vero colpo di scena, ha rimescolato le carte di un’udienza già densa di significati simbolici e tecnici. Resta lì, seduto tra i banchi, osservando in silenzio lo svolgersi di una procedura che potrebbe cambiare radicalmente la sua verità processuale.
Mentre l’udienza prende il via, l’attenzione si sposta sulle risultanze tecniche che hanno spinto gli inquirenti a esplorare una nuova, inquietante pista. Le pareti dell’aula sembrano restringersi sotto il peso di prove genetiche e perizie che promettono di gettare una luce diversa su quanto accaduto anni fa a Garlasco. Il clima si fa teso, quasi elettrico, nell’attesa che vengano svelati i segreti custoditi per troppo tempo sotto il velo della normalità.Ogni parola pronunciata dai legali e dai periti sembra pesare come un macigno, delineando uno scenario in cui vecchie certezze iniziano a vacillare sotto il colpo di nuove evidenze. Stasi ascolta, lo sguardo fisso, quasi a voler decifrare ogni singola virgola di una relazione tecnica che potrebbe rappresentare la sua ultima ancora di salvezza.
Ma è nell’assenza di un altro protagonista che si nasconde il cuore del mistero che sta per essere svelato.Tutto ruota attorno a un nome che fino a poco tempo fa restava ai margini, ma che ora occupa il centro della scena in questo drammatico incidente probatorio. Mentre la tensione raggiunge il suo apice, un dettaglio fondamentale emerge dai documenti depositati, pronto a ribaltare completamente la percezione di quello che tutti credevano fosse un caso ormai chiuso.
Cosa succede adesso?
l fulcro dell’udienza odierna riguarda i risultati definitivi della perizia sul DNA, un esame tecnico che ha l’obiettivo di analizzare le tracce rinvenute sotto le unghie di Chiara.
I periti incaricati dal Tribunale di Pavia hanno presentato i dati emersi dal confronto genetico, elementi che la difesa di Stasi ritiene fondamentali per dimostrare l’estraneità dell’uomo ai fatti contestati. La strategia legale punta tutto sulla presenza di profili genetici che non apparterrebbero al condannato, ma a un altro soggetto ora sotto la lente degli inquirenti.In questo scenario si inserisce la figura di Andrea Sempio, il giovane attualmente indagato nell’ambito della riapertura del caso legata all’esposto della famiglia Stasi. Nonostante l’importanza del momento, l’uomo è risultato assente in aula, scegliendo di non partecipare di persona al confronto tecnico sulle prove che lo riguardano direttamente. La sua posizione rimane al vaglio della magistratura, che deve valutare se i residui genetici isolati siano sufficienti a sostenere una nuova ipotesi di responsabilità.
L’attività dei Carabinieri e dei consulenti tecnici si è concentrata sulla comparazione tra il profilo di Sempio e le tracce genetiche parziali, un lavoro complesso che cerca risposte in minuscoli frammenti biologici. Alberto Stasi, attraverso i suoi legali, ha ribadito la volontà di far emergere una verità diversa, sostenendo che le indagini originali abbiano trascurato elementi decisivi che oggi, grazie alle nuove tecnologie, potrebbero finalmente essere letti correttamente.Le conseguenze di questa udienza potrebbero essere gravissime per la tenuta della sentenza passata in giudicato, aprendo teoricamente la strada a una richiesta di revisione del processo. Il clima che si respira a Pavia è quello di una comunità ancora ferita da un evento violento che non ha mai smesso di cercare una spiegazione definitiva.
Mentre l’udienza volge al termine, la sensazione generale è che il delitto di Garlasco sia ancora lontano dal trovare la sua parola “fine” definitiva.L’uomo condannato ha lasciato il palazzo di giustizia così come vi era entrato, protetto da un rigoroso silenzio e circondato dall’attenzione mediatica. ra la palla passa nuovamente ai magistrati, che dovranno stabilire se i nuovi elementi emersi dalla perizia sul DNA siano capaci di scardinare l’impianto accusatorio che ha portato Stasi dietro le sbarre. La ricerca della verità continua, tra aule di tribunale e laboratori scientifici, in un percorso giudiziario che sembra non voler finire mai.