Lido Frediani lascia l’eredità da 3 milioni alla badante: una scelta per punire i parenti

Lido Frediani, chimico di fama internazionale, lascia un’eredità da 3 milioni di euro alla badante assunta da pochi giorni, una scelta deliberata per fare un dispetto ai parenti che lo avevano rifiutato.

Lido Frediani lascia l’eredità da 3 milioni alla badante: una scelta per punire i parenti

Il caso di Lido Frediani, chimico di fama internazionale, ha fatto discutere l’Italia intera. Nel 2019, a 91 anni, Frediani decide di redigere il suo testamento, destinando quasi tutto il patrimonio – circa 3 milioni di euro – alla badante che lavorava presso la sua abitazione da appena venti giorni.

Alla sua morte, nel 2020, questa decisione scatena immediatamente sospetti di raggiro e accuse nei confronti della donna e del marito, con la stampa e l’opinione pubblica convinte che fossero loro i beneficiari ingiusti di una situazione controversa. Inizialmente, il tribunale di primo grado condanna la badante e il coniuge a quattro anni e quattro mesi di reclusione, insieme al pagamento di provvisionali e spese legali per circa 700mila euro ai parenti di Frediani, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera.

Tuttavia, le indagini successive e la revisione del caso portano a un ribaltamento della sentenza: il chimico aveva scelto consapevolmente di destinare la sua eredità alla badante, non per essere ingannato, ma per fare un vero e proprio dispetto alla famiglia, in particolare al nipote che inizialmente avrebbe dovuto essere l’erede.

Il contesto della scelta di Frediani è fondamentale per comprenderne le motivazioni. Fino al 2019, il chimico era molto preciso nella gestione del suo patrimonio. Ma una serie di problemi di salute – tra cui un femore rotto e alcune ischemie – lo rendevano parzialmente non autosufficiente. Dopo i ricoveri, Frediani richiede ospitalità ai parenti, in particolare a cugina e nipote, che però rifiutano di accoglierlo in casa. Gli stessi propongono soluzioni alternative come l’assunzione di una badante, la consegna dei pasti o il ricovero in struttura.

Questo rifiuto sarebbe alla base dell’astio di Frediani verso la famiglia, sentimento che l’uomo manifesta anche con amici e conoscenti e attraverso precauzioni come la sostituzione del citofono con un videocitofono per controllare chi entrava in casa. Un altro elemento chiave che ha smontato le accuse di raggiro riguarda i tempi: il testamento in favore della badante è stato redatto appena cinque giorni dopo l’assunzione della donna.

È quindi improbabile che la badante o suo marito – carabiniere e poco presente in casa – abbiano avuto il tempo o la possibilità di influenzare le decisioni dell’anziano. La Corte d’appello di Torino conferma quindi che si tratta di una scelta deliberata del chimico: non una frode, ma un vero e proprio gesto di rivalsa nei confronti dei parenti con cui aveva litigato. Il caso di Lido Frediani rappresenta un esempio clamoroso di come questioni familiari possano influenzare decisioni patrimoniali, e mostra come, anche in età avanzata, la volontà di una persona possa prevalere su sospetti e pregiudizi. La decisione della Corte d’appello di Torino chiarisce in modo definitivo che la scelta dell’eredità non era frutto di inganno, ma un atto intenzionale di Frediani per punire chi non lo aveva sostenuto negli ultimi mesi della sua vita.

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