Brutto scontro nella serata del 5 Dicembre 2025 nello studio di Quarto Grado trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero. Tra gli ospiti fissi in studio c’erano anche Carmelo Abbate e il generale dei Carabinieri in congedo e biologo Luciano Garofano. Si dibatteva circa il Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi quel 13 Agosto 2007 quando appunto alla ragazza fu tolta la vita e quindi delle analisi che sono state effettuate in questi anni, nonchè le ultime quelle della genetista Denise Albani che hanno riferito come il Dna trovato sulle unghie della povera Chiara sia riconducibile alla linea paterna e quindi maschile della famiglia di Andrea Sempio attuale indagato per concorso in delitto.
Proprio sul Dna si è inscenato un dibattito molto acceso e a tratti confuso che sicuramente non ha fatto bene ai telespettatori a casa. Carmelo Abbate ha riferito che a suo parere se questi risultati fossero venuti fuori all’epoca delle prime indagini e soprattutto in quelle del 2014 molto probabilmente Alberto Stasi, condannato a 16 anni di reclusione appunto per il delitto della fidanzata, sarebbe già uscito dal penitenziario. Gli ospiti in studio hanno fatto subito notare ad Abbate come Stasi non sia stato condannato per il Dna ma per altri elementi emersi durante il processo. Anche il generale Garofano ha preso la parole affermando che il pensiero di Abbate era totalmente fuori da ogni logica. “Si poteva escludere che fosse di Alberto Stasi! E se noi nel 2014 a processo d’appello in corso, si fosse detto che quel DNA sulle unghie della vittima non era dell’imputato…io per questo voglio stare in piedi perché sfido chiunque a dirmi che ci sarebbe stata la condanna di Alberto Stasi. Alberto Stasi non saremmo mai stato condannato per questo!”. E qui è avvenuto l’incredibile.
Nuzzi interviene per calmare gli animi
Carmelo Abbate ha continuato a sostenere la sua tesi. “Lascio ai genetisti fare il loro lavoro, dal generale Garofano accetto lezioni sulla genetica ma su altro, poi ne discutiamo” – ha affermato Abbate molto adirato. Garofano molto contrariato ha spiegato che il suo pensiero non era corretto e che il Dna attualmente trovato in sostanza essendo anche degradato non può costituire una prova in un eventuale processo a carico di Andrea Sempio.
In studio si è poi fatto riferimento alle parole dell’avvocato Cataliotti difensore di Andrea Sempio assieme alla collega Angela Taccia, il quale avrebbe detto che quel Dna “vale 0”. E qui ancora gli animi si sono scaldati tanto che il conduttore Gianluigi Nuzzi ha invitato tutti alla massima calma.
“Quando l’avvocato Cataliotti ha detto che la perizia Albani, che ha fatto un ottimo lavoro, vale 0, intendeva dire che nulla spostava la posizione del nostro assistito” – ha affermato Marina Baldi, consulente di Andrea Sempio. Insomma un vivace dibattito attorno ad un caso che sta facendo molto discutere.