Ue multa X per 120 milioni: la spunta blu, la trasparenza e lo scontro con gli Stati Uniti

L’Unione Europea multa X per 120 milioni di euro per violazioni del Digital Services Act, segnando la prima sanzione legata al Dsa e accendendo lo scontro politico con gli Stati Uniti.

Ue multa X per 120 milioni: la spunta blu, la trasparenza e lo scontro con gli Stati Uniti

L’Unione Europea ha inflitto a X, il social precedentemente noto come Twitter, una multa di 120 milioni di euro, segnando la prima sanzione legata al Digital Services Act (Dsa). L’indagine, durata quasi due anni, ha portato alla luce tre principali criticità: la gestione della spunta blu, gli obblighi di trasparenza e la collaborazione con i ricercatori.

Il cambiamento nella spunta blu, ora a pagamento, ha sollevato dubbi sulla sua capacità di distinguere account autentici da bot, rischiando di confondere gli utenti. Parallelamente, X non avrebbe rispettato la frequenza e la completezza dei report pubblicitari richiesti dal Dsa, fondamentali per garantire trasparenza, soprattutto in periodi elettorali. Infine, l’azienda non ha fornito dati pubblicamente accessibili agli studiosi, come previsto dalle norme europee. La reazione americana non si è fatta attendere.

Il vicepresidente J.D. Vance ha criticato la decisione, sostenendo che l’Ue dovrebbe favorire la libertà di parola piuttosto che penalizzare le aziende statunitensi. Elon Musk ha accolto positivamente il sostegno di Vance, intensificando così le tensioni tra Europa e Stati Uniti. Lo scontro appare non solo economico ma anche politico, poiché tocca questioni di regolamentazione, controllo dei contenuti e influenza delle piattaforme digitali sulla società. Questa vicenda mette in luce la crescente attenzione dell’Europa verso la responsabilità dei grandi social network.

Il Dsa rappresenta uno strumento innovativo per garantire sicurezza, trasparenza e correttezza nel mondo digitale, cercando di bilanciare la libertà di espressione con la protezione degli utenti. La multa a X non è solo un episodio isolato, ma un segnale forte: le aziende tecnologiche devono adeguarsi alle normative locali, anche quando operano a livello globale.

Per gli utenti, questa decisione può tradursi in maggiore chiarezza su come funzionano le piattaforme e su quali contenuti vengono promossi o messi in evidenza. Dal punto di vista politico, la vicenda evidenzia come il contrasto tra regolamentazioni europee e approcci statunitensi possa generare attriti significativi. La gestione delle piattaforme social non è più solo un tema di tecnologia o business, ma un nodo strategico di politica internazionale, con implicazioni che spaziano dalla tutela dei consumatori alla sovranità digitale.

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