Un triste epilogo: la storia di Sadjide Muslija e il marito condannato

Dopo anni di comportamenti problematici, Sadjide Muslija aveva deciso di dare una nuova opportunità al marito, ma la situazione si è conclusa con esito tragico, scuotendo la comunità di Monte Roberto.

Un triste epilogo: la storia di Sadjide Muslija e il marito condannato

La vicenda di Sadjide Muslija, 50 anni, originaria della Macedonia, racconta una storia di difficoltà e di segnali ignorati troppo a lungo. La donna, nota per la sua dedizione al lavoro e alla famiglia, non si è presentata al posto di lavoro una mattina di dicembre. Preoccupati, i colleghi hanno provato a contattarla, senza ricevere risposta, e hanno allertato il 112. Quando le forze dell’ordine sono giunte nell’abitazione in via Garibaldi, a Pianello Vallesina, Monte Roberto, per la donna non c’era nulla da fare.

Sadjide viveva con il marito Nazif Muslija, 50 anni, anch’egli di origini macedoni, già condannato mesi prima per comportamenti @ggressivi nei confronti della moglie, min@cce e intimid@zioni. Nonostante la separazione e i procedimenti legali, la donna aveva deciso di dare una seconda possibilità al marito e tornare a vivere con lui. Purtroppo, questo tentativo di ricostruire la convivenza si è rivelato insufficiente a garantire la sicurezza di Sadjide.

La donna aveva già vissuto episodi gravi, come la fuga da casa a seguito di una lite in cui il marito aveva sfondato la porta con un’ascia e precedenti danneggiamenti al veicolo personale, che avevano comportato contusioni e cure mediche. Il marito era stato sottoposto a ordinanze restrittive e al braccialetto elettronico, ma più volte le misure non sono risultate sufficienti a impedire che la situazione degenerasse.

La donna, consapevole dei rischi, aveva cercato protezione e spazi di allontanamento, ma la fiducia nel cambiamento del marito l’aveva portata a ritornare a vivere con lui. L’episodio che ha segnato l’epilogo della vicenda è avvenuto in tarda mattinata, quando l’uomo, al momento irreperibile, ha lasciato la casa con la donna all’interno.

La scoperta della tragedi@ ha immediatamente coinvolto il magistrato, il pm Rosario Lioniello, il nucleo investigativo e la sezione scientifica di Ancona, che hanno raccolto elementi per ricostruire i fatti. La coppia lascia due figli adulti, un maschio residente in Svizzera e una femmina che non vive più con loro.

La comunità locale, sotto choc, si stringe attorno al dolore della famiglia. Il sindaco Lorenzo Focante e colleghi della ditta di imballaggio dove Sadjide lavorava hanno espresso incredulità e tristezza per quanto accaduto. La vicenda mette in luce l’importanza di intervenire con tempestività in situazioni di @ggressivi già segnalati e sottoposti a provvedimenti legali. Questa storia ricorda la fragilità delle relazioni in cui la fiducia è stata compromessa da comportamenti ripetuti, e la necessità di percorsi di protezione e sostegno efficaci per le persone che si trovano in contesti a rischio. La ricostruzione delle dinamiche è ora al centro dell’indagine, con l’obiettivo di chiarire le responsabilità e prevenire il ripetersi di simili tr@gedie.

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