Leva militare in Italia: torna davvero per motivi di sicurezza?

In Italia si valuta il ritorno della leva militare, soprattutto volontaria, per motivi di sicurezza nazionale e crisi internazionali, con coinvolgimento di militari, ex militari e civili idonei.

Leva militare in Italia: torna davvero per motivi di sicurezza?

La discussione sulla possibile reintroduzione della leva militare in Italia torna d’attualità a fronte delle tensioni internazionali e degli scenari di guerr@ che mantengono alto il livello di allerta in Europa. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha affrontato la questione a Parigi, commentando il recente progetto francese per un nuovo servizio militare.

Secondo Crosetto, anche l’Italia dovrebbe riflettere sul numero delle forze arm@te e sulle riserve disponibili in caso di crisi, considerando un aumento del personale militare rispetto ai modelli di riduzione adottati negli ultimi 10-15 anni.

Se la leva militare fosse reintrodotta, chi verrebbe chiamato? Il richiamo partirebbe dai diversi corpi arm@ti, tra cui Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza. Successivamente, sarebbero interessati ex militari che hanno lasciato le Forze arm@te da meno di cinque anni. Solo in caso di necessità straordinaria, verrebbero coinvolti civili tra i 18 e i 45 anni, idonei dopo visita medica.

Per garantire trasparenza, i comuni italiani pubblicano le liste dei giovani soggetti all’obbligo di leva, come accade per i nati nel 2008, e consentono segnalazioni di eventuali irregolarità. La Costituzione italiana disciplina chiaramente la materia: l’articolo 11 ripudia la guerr@ come strumento di offesa, mentre l’articolo 78 attribuisce alle Camere il potere di deliberare lo stato di guerr@ e conferire al governo i poteri necessari per intervenire.

Il reclutamento obbligatorio può quindi avvenire solo in due casi: dichiarazione dello stato di guerra oppure grave crisi internazionale che coinvolga direttamente l’Italia o richieda un aumento delle forze arm@te in base a impegni internazionali.

Parallelamente, sul fronte legislativo, alla Camera è in fase di esame una proposta di legge firmata dal meloniano Edmondo Cirielli per istituire un Servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione (SNM). Questo progetto punta a creare un servizio volontario aperto ai cittadini interessati alla difesa della Patria, delle istituzioni e della collettività, sia in territorio nazionale sia all’estero. L’iniziativa richiama anche la proposta di Nino Minardo per una riserva militare sul modello israeliano, capace di mobilitare rapidamente riservisti in caso di conflitto, crisi grave o emergenza nazionale. La catena di comando prevederebbe un via libera rapido da parte del governo, con controllo parlamentare per assicurare legittimità e trasparenza.

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