Il 23 novembre 2025 un episodio geologico straordinario ha sconvolto la regione Afar, nel nord-est dell’Etiopia: il vulcano Hayli Gubbi è tornato in attività dopo almeno ottomila, forse diecimila anni di silenzio assoluto. L’evento ha subito attirato l’attenzione della comunità scientifica globale e negli attimi successivi all’inizio dell’eruzione sono state diffuse immagini satellitari impressionanti, che mostrano una colonna di fumo e cenere visibile anche dallo spazio.
L’attività è iniziata alle 8:30 locali (7:30 in Italia), quando una nube di cenere si è innalzata tra i 13.000 e i 14.000 metri d’altezza. Secondo il centro francese Toulouse Volcanic Ash Advisory Center (VAAC), la nube si è rapidamente dispersa verso Yemen, Oman e Mar Arabico, e particelle sospese potrebbero raggiungere persino Iran, Pakistan e India.
Non si sono verificati danni immediati alle comunità locali né interferenze rilevanti con il traffico aereo, ma gli esperti segnalano che potrebbero essere necessari ulteriori controlli, soprattutto sull’impatto a lungo termine in aree densamente popolate. Hayli Gubbi, uno dei vulcani minori della catena di Erta Ale, non aveva mai registrato eruzioni storiche documentate, a differenza dei vicini Erta Ale, Alu Dalafilla e Dabbahu.
Il suo stato quiescente era considerato stabile dagli scienziati, che oggi rivedono molte delle certezze sugli equilibri profondi della Rift Valley. Una recente sequenza di terremoti nella zona, causata da impulsi magmatici profondi e da variazioni tettoniche, potrebbe aver innescato la risalita improvvisa di magma, dimostrando quanto i sistemi vulcanici apparentemente “addormentati” possano riattivarsi in modo rapido e violento.
Le immagini catturate dai satelliti NASA FIRMS, Landsat e Sentinel-2 documentano chiaramente la nube generata dalla poderosa esplosione. Il VAAC, GeologyHub e vari osservatori geologici specializzati hanno confermato che la colonna di cenere era ben visibile da orbite basse, rendendo questo evento uno dei pochi “risvegli” vulcanici della storia moderna ad essere monitorato in tempo reale dall’alto.La zona della Dancalia in Etiopia è tra le più attive al mondo e soggetta a rare dinamiche tettoniche: le placche africana e arabica si stanno allontanando e si ritiene che, in tempi geologici, in questa regione potrebbe formarsi un nuovo oceano. L’eruzione di Hayli Gubbi, insieme alle attività periodiche di Erta Ale e altri vulcani, fornisce preziosi dati sulle modalità di risalita del magma e sulla formazione delle nuove croste terrestri.