Chieti, bambini della famiglia del bosco trasferiti in comunità educativa

I tre figli della famiglia del bosco di Palmoli sono stati trasferiti in una comunità educativa dopo la sospensione della potestà genitoriale, suscitando dolore nei genitori e dibattito sui social.

Chieti, bambini della famiglia del bosco trasferiti in comunità educativa

La vita della famiglia che da anni abitava in un casolare immerso nei boschi di Palmoli, in provincia di Chieti, è stata sconvolta dalla decisione del Tribunale per i minorenni dell’Aquila: i tre figli, una bambina di otto anni e due gemelli di sei, sono stati allontanati dai genitori e collocati in una casa famiglia a pochi chilometri dalla loro abitazione, mentre la potestà genitoriale è stata sospesa e un tutore, l’avvocato Palladino di Vasto, è stato nominato per occuparsi dei minori.

Nathan Trevallion, rimasto solo nel casolare, racconta con parole cariche di dolore il senso di vuoto e di ingiustizia che prova: «Mi sento totalmente vuoto. È terribile che sia accaduto, i bambini hanno sofferto perché tolti così velocemente da casa, da un luogo dove erano felici».

La vicenda ha catturato l’attenzione dei media nazionali e dei social, con oltre 13mila persone che hanno firmato una petizione online a sostegno della famiglia anglo-australiana. Catherine Brimingham e Nathan avevano scelto di vivere immersi nella natura, lontani dai centri urbani e senza collegamenti a elettricità, acqua e gas, optando per l’istruzione domestica dei figli con l’aiuto di un’insegnante privata.

La decisione del tribunale è arrivata dopo un controllo dei carabinieri seguito a un ricovero ospedaliero dei bambini per un’intossicazione da funghi, circostanza che aveva portato a una segnalazione alla Procura minorile dell’Aquila. Nel momento dell’allontanamento, cinque pattuglie dei carabinieri hanno presenziato alla casa del bosco e, grazie all’intervento dell’avvocato Giovanni Angelucci, la madre ha potuto accompagnare i figli nella struttura protetta e passare con loro la prima notte, riducendo il trauma iniziale.

Nathan si occupa ora di fornire ai bambini vestiti, giochi e tutto ciò di cui hanno bisogno, mentre la coppia ribadisce che la loro scelta di vita non derivava da negligenza, ma dal desiderio di crescere i figli a contatto con la natura e tutelare il loro benessere. La vicenda ha acceso un acceso dibattito pubblico tra sostenitori dello stile di vita alternativo e chi critica l’allontanamento, mettendo in luce la tensione tra libertà genitoriale e tutela dei minori. L’intervista completa a Nathan sarà trasmessa in due puntate speciali di «Zoom, storie del nostro tempo» su Rete8, mostrando il lato umano di una decisione giudiziaria che ha cambiato radicalmente la vita di cinque persone e ha sollevato interrogativi sulla gestione dei casi di famiglie che scelgono di vivere fuori dagli schemi tradizionali.

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