“Chi l’ha visto?” ha fatto una colossale figuraccia agli occhi dei telespettatori. Il programma che da anni ha costruito le sue fortune sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, puntando tutto sulla banda della Magliana e sui suoi personaggi, Enrico De Pedis in primis, questa volta non ha convinto il pubblico, tanto che sono piovute critiche come fiocchi di neve di inverno contro la trasmissione di Federica Sciarelli.
Tutto è successo ieri sera quando, nell’ennesima puntata dedicata al giallo della cittadina vaticana sparita a Roma nel 1983, Federica Sciarelli ha dato spazio agli scavi sotto la Casa del Jazz, un tempo casa del cassiere della banda della Magliana Enrico Nicoletti, dove secondo un ex magistrato ci sarebbe il cadaver@ del giudice Paolo Adinolfi, sparito a Roma nel 1994. Ma cosa cent’entrebbe Paolo Adinolfi con il caso di Emanuela Orlandi? Cosa c’entra Nicoletti con la studentessa di musica?
Praticamente niente se non fosse che quando si parla di banda della Magliana, sodalizio criminal@ romano che Federica Sciarelli chiama spesso in causa come responsabile della scomparsa di Emanuela, tutto fa brodo. Un brodo condito anche da Pietro Orlandi che aveva dichiarato di aver ricevuto informazioni secondo cui sotto la Casa del Jazz sarebbero sepolte anche le spoglie mortal@ di sua sorella. “Mi dissero qualche anno fa: c’è un ex magistrato che è convinto che i resti di tua sorella possano essere lì. Ci sono più corpi lì sotto, mi disse all’epoca questa persona”.
Un racconto che non ha convinto per nulla il pubblico di Chi l’ha visto? che da anni è preso al laccio da narrazioni mediatiche su un case cold che dura dagli anni Ottanta e che attira spettatori per la sua suggestione. Racconti che finora non hanno condotto a nulla di concreto se non assicurare vendite di quotidiani e share televisivi. Non bastavano le frottole sui terrorist@ internazionali, i lupi grigi, la Stasi, il Kgb, i ricatti finanziari al Vaticano, la pedofilia dentro le sacre mura, la pista di Londra falsa come una banconota. Adesso si cercano legami forzati con persone che con Emanuela Orlandi c’entrano come cavoli a merenda, ma che permettono di far salire gli ascolti.
Tuttavia, i telespettatori non ci hanno trovato alcun collegamento tra la ricerca di Paolo Adinolfi ed Emanuela Orlandi, tanto che hanno parlato di una puntata senza costrutto e anche parecchio noiosa. Sono servite e niente anche le parole di padre Celano che ha detto di aver consegnato le mappe della Casa del Jazz alla famiglia della cittadina vaticana e quelle di Pietro Orlandi che, come al solito, va avanti a colpi di “mi hanno detto” e “mi dissero”, sollevando il sospetto, in molte persone, che sia interessato più alle passerelle mediatiche che cercare la verità su sua sorella.
E così le critiche sui social network non sono mancate e sono state tante: “Mi sto imbrogliando, cosa c’entra il caso Orlandi?”, “Io che non so chi fosse il giudice Adinolfi e il collegamento con Emanuela Orlandi”, “42 anni di ball@ di personaggi di pseudo intrallazzi di congetture con papi cardinali massoni mafiosi stati esteri e cazzari non bastano a #chilhavisto e la famiglia Orlandi per continuare a farsi prendere in giro. Ebbasta!”, “Vabbè Emanuela Orlandi non c’entra nulla, era solo un gancio noto per il servizio sul giudice Adinolfi”, “Parlare della scomparsa di Emanuela Orlandi è solo tempo perso”, “Stanno riproponendo tutta storia del caso Orlandi. Senza neppure il benché minimo motivo. Non può essere vero. Com’è mai possibile fare tanto male il proprio lavoro?”. Sono solo alcune dei commenti che hanno riempito i canali social di chi, evidentemente, è stufo di questo circo mediatico condotto sulla pelle di una ragazza che oltre al danno deve subire pure la beffa di essere strumentalizzata da giornalisti, conduttori e mitomani di ogni risma e grado.