Madre si toglie la vita sui binari dove due anni prima aveva perso il figlio

Una madre, incapace di superare il profondo turbamento per la perdita del figlio avvenuta due anni prima, si è tolta la vita nello stesso luogo e con le stesse modalità.

Madre si toglie la vita sui binari dove due anni prima aveva perso il figlio

Una toccante notizia ha colpito la provincia di Brescia e l’opinione pubblica italiana: una donna di 49 anni, originaria di Botticino, è stata trovata priva di vita sui binari della linea ferroviaria Milano-Venezia, all’altezza della stazione di Rezzato, dopo aver confidato le sue intenzioni a un’amica.

Il gesto estremo, avvenuto nella serata del 13 novembre 2025, ha purtroppo una dolorosa storia alle spalle: proprio in quel luogo, due anni prima, la donna aveva perso suo figlio, deceduto in circostanze analoghe. Secondo le ricostruzioni dei principali media locali e nazionali, la protagonista di questa doppia sventura aveva attraversato un lungo periodo di sofferenza e lutto, mai davvero risolto dopo la scomparsa del figlio ventunenne nel 2023.

Il dolore per la perdita, evidenziato nei confronti con i familiari e tramite messaggi all’amica più fidata, si è manifestato poco prima del gesto definitivo, quando la donna ha scritto e chiamato confidando i suoi tormenti e la volontà di raggiungere il luogo dove il ragazzo aveva trovato la sua fine. Immediatamente l’amica avvisava il 118 e le forze dell’ordine si attivavano: Carabinieri e Polizia Locale si sono recati sul posto e hanno perlustrato l’area lungo i binari, ma i loro sforzi hanno avuto esito negativo fino al momento della fatalità, avvenuta verso le 20:30, quando la donna si è lanciata davanti a un treno in transito.

Il binario di Rezzato è così divenuto teatro di un triste epilogo familiare che ha segnato irrimediabilmente i superstiti: secondo le testimonianze raccolte dal Giornale di Brescia e Brescia Corriere, il marito e il figlio minore sono ora costretti ad affrontare un doppio patimento e un senso di vuoto accentuato dalla fatalità e dalla sequenza degli eventi.

Il sinistro precedente del dicembre 2023 aveva già stravolto l’esistenza di questa famiglia, trasformando il periodo delle festività in una lunga stagione di lutto e incomprensione. Gli operatori sanitari e le forze dell’ordine, accorsi per i soccorsi, non hanno potuto che constatare il decesso della donna, mentre la circolazione ferroviaria è stata sospesa per consentire le operazioni e l’accertamento dei fatti.

L’intera comunità di Botticino e Rezzato ha espresso profondo cordoglio. Arcivescovo, sindaco e figure istituzionali hanno lanciato appelli alla sensibilità pubblica e alla prevenzione del disagio psichico, sottolineando come la sofferenza invisibile possa generare gesti estremi se non affrontata con il necessario sostegno psicologico e sociale. Numerosi sono stati anche gli interventi sui social network, dove amici e conoscenti hanno ricordato madre e figlio e riflettuto sulle carenze ancora troppo diffuse dell’assistenza sanitaria per chi vive un lutto traumatico.Questa vicenda richiama l’attenzione su una tematica spesso ignorata: il dolore di chi sopravvive a un familiare morto in modo improvviso e traumatico, il rischio di depressione profonda, la necessità di supporto e ascolto continuativo anche anni dopo il fatto. Le storie come quella di Botticino ci ricordano che dietro le statistiche ci sono persone, legami familiari e comunità segnate per sempre. Le istituzioni locali hanno invitato chiunque si senta in difficoltà a rivolgersi ai servizi territoriali, sostenendo il dialogo e la solidarietà.

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