Il desiderio di perdere peso rapidamente può condurre a scelte avventate e pericolose, soprattutto in un periodo in cui i social media e le celebrity promuovono farmaci miracolosi come la soluzione definitiva contro i chili di troppo. È proprio inseguendo questa moda che una giovane donna di Padova, di 31 anni, ha rischiato la vita: intenta a seguire il “trend” delle star, ha ordinato online quello che credeva fosse Ozempic, il farmaco nato per il diabete di tipo 2 e ora famoso per il dimagrimento rapido.
Ignorando i pericoli legati all’acquisto di medicinali da canali non autorizzati e senza prescrizione, la ragazza si è iniettata il prodotto e poco dopo è svenuta. La drammatica vicenda, avvenuta nei primi giorni di novembre 2025, ha avuto un epilogo fortunato: la donna è stata trovata dai familiari e trasportata d’urgenza al Pronto soccorso, dove è stata salvata da un tempestivo intervento.
I medici si sono subito insospettiti: Ozempic (principalmente semaglutide) raramente provoca ipoglicemia, specialmente nei soggetti non diabetici. Gli esami tossicologici hanno rivelato l’amara verità: ciò che la donna si era iniettata non era semaglutide, bensì un flacone di insulina. Il dosaggio sconosciuto è stato sufficiente ad abbassare drasticamente i livelli di glicemia della giovane, portandola a un coma ipoglicemico potenzialmente letale.
L’acquisto è avvenuto tramite un sito di integratori e prodotti wellness, apparentemente italiano ma non legato a una farmacia autorizzata. Il flacone presentava scritte difettose, logo deformato e mancava delle indicazioni obbligatorie per legge, segnali ignorati dalla giovane, convinta di “risparmiare” tempo e burocrazia.
La contraffazione di farmaci, soprattutto quelli ad alto potenziale mediatico come Ozempic, è un fenomeno in crescita: secondo le autorità, il 40% dei siti che vendono semaglutide lo fa illegalmente, e quasi la metà dei prodotti online è falso o contaminato. Non è un caso che EMA e OMS abbiano già lanciato un allarme su lotti falsi di Ozempic (e prodotti simili) in circolazione in Europa. Il caso, segnalato all’AIFA e documentato anche nell’“European Journal of Hospital Pharmacy”, testimonia le gravissime conseguenze sanitarie delle truffe farmaceutiche e dell’automedicazione.
La giovane, dimessa dall’ospedale grazie al trattamento di glucosio e assistenza intensiva, ha ricevuto un importante counseling sui rischi dell’acquisto di farmaci online. Medici e farmacisti sono chiamati a collaborare con le autorità per individuare e segnalare tempestivamente episodi sospetti e prevenire così nuovi casi.