La storia di Suzanne Rees, ottantenne scomparsa e poi trovata senza vita su Lizard Island durante una crociera di lusso, ha scosso l’Australia e sollevato interrogativi sulle procedure di sicurezza a bordo delle navi da crociera. La donna stava partecipando a un viaggio di due mesi a bordo della Coral Adventurer, gestita da Coral Expeditions, quando, durante la prima escursione a terra, è stata lasciata indietro senza assistenza.
Secondo la figlia Katherine Rees, la madre aveva avuto difficoltà a causa del caldo durante la salita verso Cook’s Look, la vetta più alta dell’isola, e le era stato chiesto di fermarsi per riposare, ma nessuno l’ha accompagnata o monitorata. Le prime informazioni indicano che l’80enne si sarebbe separata dal gruppo per riposare a metà del percorso e da quel momento non si sarebbe più saputo nulla.
La nave, pur avendo a bordo sistemi di controllo dei passeggeri, sarebbe ripartita senza accorgersi della sua assenza. L’allarme è scattato solo nel tardo pomeriggio, e la Coral Adventurer è tornata sull’isola la mattina successiva, quando è stato trovato il corpo della donna. La figlia ha sottolineato la grave mancanza di attenzione e coordinamento da parte dell’equipaggio, denunciando che la madre è stata lasciata sola in condizioni climatiche difficili e senza assistenza.
L’Australian Maritime Safety Authority (Amsa) ha avviato un’indagine per chiarire le cause del decesso e verificare eventuali responsabilità nella gestione della sicurezza dei passeggeri. L’autorità australiana valuterà se vi siano state procedure non conformi, in particolare riguardo al conteggio dei passeggeri a bordo e all’assistenza durante le escursioni a terra. Le autorità interrogheranno l’equipaggio non appena la nave farà rientro a Darwin.
Esperti del settore sottolineano come episodi di questo tipo siano estremamente rari: le compagnie di crociera dispongono di sistemi tecnologici avanzati e protocolli rigorosi per monitorare l’imbarco e lo sbarco dei passeggeri. Harriet Mallinson, consulente della BBC, ha dichiarato che il caso di Suzanne Rees appare isolato e sorprendente, evidenziando come le procedure standard generalmente prevengano situazioni di questo tipo.
Il viaggio della Coral Adventurer, un programma di 60 giorni intorno all’Australia con prezzi che arrivano fino a 80.000 dollari, rappresentava un’esperienza di lusso. La tragica vicenda si è verificata già al secondo giorno di navigazione, durante la prima escursione a terra, suscitando grande attenzione mediatica e numerose domande sull’efficienza dei protocolli di sicurezza. La famiglia di Suzanne Rees spera che l’inchiesta del coroner possa chiarire se l’evento avrebbe potuto essere evitato e quali miglioramenti possano essere introdotti per tutelare meglio i passeggeri.