Il mistero dei neonati di Reggio Calabria: il caso che interroga la giustizia e la società

A Reggio Calabria una giovane donna è indagata per aver nascosto la nascita di due bambini, in un caso che mette in luce il tema del rifiuto della maternità e la necessità di maggiore supporto psicologico e sociale.

Il mistero dei neonati di Reggio Calabria: il caso che interroga la giustizia e la società

Una vicenda complessa e dolorosa scuote la comunità di Reggio Calabria, dove una giovane donna di 25 anni è stata arrestata con l’accusa di aver nascosto i corpi di due neonati appena venuti al mondo. I fatti, risalenti a luglio dello scorso anno, emergono oggi in tutta la loro gravità grazie alle indagini che stanno cercando di fare luce non solo sull’episodio principale, ma anche su un possibile precedente, che vedrebbe coinvolto un terzo bambino di cui non si hanno ancora tracce certe.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la giovane avrebbe tenuto segreta la propria gravidanza fino al momento del parto, negandola persino di fronte ai medici. Si era recata in ospedale dopo un malore causato da un’emorragia, dichiarando di non aver mai avuto rapporti e sostenendo che i sintomi fossero legati a un problema di salute. Il personale sanitario, in un primo momento, aveva ipotizzato la presenza di una patologia, ma gli esami clinici successivi hanno rivelato una realtà ben diversa.

La storia assume contorni ancora più complessi alla luce delle conversazioni tra la donna e il suo compagno, attualmente indagato per favoreggiamento. Dai messaggi scambiati emerge una relazione segnata da forti contraddizioni e da un evidente disagio nel gestire la gravidanza. In una delle chat, l’uomo scrive: «Questa volta dovremo cercare di risolvere la cosa e poi ognuno per la sua strada», frase che fa pensare a un precedente episodio analogo.

Nelle risposte della donna traspare una condizione di forte confusione e di malessere fisico, accompagnata da un senso di solitudine e da una chiara difficoltà a prendere decisioni lucide. Il quadro che emerge dalle indagini è quello di una giovane che, per motivi ancora da chiarire, avrebbe nascosto la sua condizione fino all’ultimo, agendo in modo isolato e senza chiedere aiuto. Gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire ogni fase della vicenda, anche per comprendere se eventuali segnali di disagio fossero stati notati da chi le era vicino.

La possibilità che ci sia stato un ulteriore episodio in passato rende il lavoro degli inquirenti ancora più delicato e complesso. Il caso di Reggio Calabria solleva interrogativi profondi sul tema della maternità negata, un fenomeno che, secondo gli esperti, non va confuso con la depressione post partum. In molte situazioni simili, spiegano gli psicologi, le madri non riescono ad accettare la gravidanza e tendono a rimuovere la realtà dei fatti fino all’ultimo, mantenendo un’apparente lucidità che può trarre in inganno anche i medici e i familiari.

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