Mangiare più vegetali per vivere meglio e salvare il pianeta

Adottare una dieta ricca di frutta, verdura e cereali integrali può migliorare la salute di milioni di persone e contribuire a ridurre le conseguenze ambientali del sistema alimentare globale

Mangiare più vegetali per vivere meglio e salvare il pianeta

L’attuale sistema alimentare mondiale si trova davanti a una crisi senza precedenti: i confini che delimitano la sostenibilità ambientale sono stati drammaticamente oltrepassati. Secondo l’ultimo rapporto della Commissione EAT-Lancet 2025, le nostre abitudini alimentari sono fra i principali responsabili del degrado dell’ecosistema e di un elevato numero di morti premature a livello globale. Oggi più che mai, cambiare quello che portiamo sulla tavola significa agire non solo per la nostra salute, ma anche per la sopravvivenza dell’ambiente che ci ospita.

La ricerca evidenzia un dato sorprendente quanto allarmante: una trasformazione radicale delle diete e delle pratiche produttive nel settore alimentare potrebbe evitare fino a 15 milioni di decessi prematuri ogni anno e dimezzare le emissioni di gas serra imputabili al comparto. Il sistema alimentare mondiale, infatti, ha già contribuito a superare sette dei nove “limiti planetari” – quei parametri che, secondo la scienza, non andrebbero mai oltrepassati per garantire il benessere dell’ecosistema.

Questi comprendono l’acidificazione degli oceani, le alterazioni del clima, la perdita di biodiversità, il degrado del suolo, la scarsità di acqua dolce e l’inquinamento da sostanze chimiche e microplastiche. Dietro questa crisi, si nasconde una carenza diffusa di frutta, verdura, legumi, frutta secca e cereali integrali, accompagnata da un consumo eccessivo di carne, latticini e alimenti ultra-processati. La cosiddettaDieta per la Salute Planetaria“, invece, suggerisce un’alimentazione dove i vegetali sono protagonisti, mentre prodotti animali, zuccheri e grassi saturi dovrebbero avere un ruolo marginale e limitato.

La scelta di privilegiare ortaggi e alimenti integrali non è motivata solo da ragioni ambientali, ma anche da evidenze scientifiche che mostrano una riduzione significativa del rischio di malattie croniche e una migliore aspettativa di vita. “Incrementare la produzione e il consumo di cibi di origine vegetale”, spiega Walter C. Willet, co-presidente della Commissione e docente ad Harvard, “significa adottare una strategia vincente sia per la salute umana sia per quella del nostro pianeta, rispettando allo stesso tempo le diversità culturali e regionali”.

La rivoluzione però non può essere demandata ai singoli individui: serve un cambio di passo che coinvolga governi, aziende e società civile. Otto sono le linee guida individuate per una svolta concreta: dalla tutela delle diete tradizionali sane alla garanzia di ambienti alimentari accessibili, dalla promozione di pratiche agricole sostenibili allo stop della conversione degli ecosistemi naturali, fino alla riduzione degli sprechi, tutela dei lavoratori e protezione delle fasce sociali più deboli. In ultima analisi, scegliere più verdure a tavola, oggi, è molto più di un gesto individuale: è un vero e proprio atto di responsabilità globale, capace di disegnare un futuro migliore per ogni abitante del pianeta, umano e non umano.

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