Martina Strazzer di Amabile risponde all’inchiesta: "Sara mi disse di non avere bisogno dello stipendio"

L'imprenditrice e influencer ideatrice del marchio Amabile risponde alle critiche arrivate dopo aver licenziato la giovane Sara, la ragazza incinta che aveva assunto poco prima. Il caso è stato lanciato e approfondito dalla giornalista Charlotte Matteini.

Martina Strazzer di Amabile risponde all’inchiesta: "Sara mi disse di non avere bisogno dello stipendio"

Alla fine Martina Strazzer ha rotto il silenzio in queste ore dopo la pubblicazione della seconda parte dell’inchiesta portata avanti da Charlotte Matteini, e che riguarda da vicino appunto la Strazzer e il marchio da lei ideato, Amabile. La vicenda è cominciata mesi addietro quando Sara, una dipendente dell’azienda di Strazzer assunta come contabile, era stata licenziata dalla stessa Martina. La donna era incinta già all’epoca dell’assunzione e la pubblica opinione si è indignata in quanto la Strazzer avrebbe sempre riferito che per lei le persone contano moltissimo, quindi è stata accusata di aver sfruttato l’assunzione della giovane Sara al solo scopo pubblicitario per poi, con una scusante, buttarla fuori. 

L’inchiesta della Matteini ha fatto emergere molteplici incongruenze sul caso, la stessa giornalista che fa del metodo lavorarivo un must ed è specializzata in tematiche inerenti il mondo del lavoro e lo sfruttamento lavorativo, aveva più volte chiesto chiarimenti alla stessa Martina Strazzer. Strazzer però si era invece rivolta alla giornalista Selvaggia Lucarelli per rilasciare delle dichiarazioni circostanza che ha fatto adirare la collega Matteini. Adesso Martina Strazzer dopo la seconda parte dell’inchiesta pubblicata da Charlotte Matteini ha rotto il silenzio e ha risposto anche alle accuse di purpose washing.

Strazzer: “Sara mi disse di non avere bisogno dello stipendio”

Non appena la vicenda è venuta alla ribalta grazie all’inchiesta della Matteini e al relativo video su Tik Tok che Sara aveva pubblicato, Martina Strazzer ha perso moltissimi follower e il che le è costato anche un danno di immagine di non poco conto che Martina sta ancora gestendo. Dobbiamo precisare, per dovere di cronaca, che licenziare un dipendente è comunque nelle facoltà di una azienda, a far discutere circa il caso di Sara sono state le condizioni durante le quali ella è stata fatta fuori dall’azienda. 

Martina ha precisato di essersi voluta prendere del tempo per rispondere alle accuse gli da più parti le vengono mosse. L’imprenditrice ha spiegato di essere venuta a conoscenza del fatto che le informazioni contenute nel curriculum di Sara postato anche su Linkedin erano state riportate in modo “per nulla trasparente”. Sara si era candidata nel ruolo di contabile, ma quel ruolo secondo quanto spiegato dalla Strazzer era stato ricoperto per pochi mesi prima che mandasse il curriculum ad Amabile. Strazzer ha rivelato di aver scoperto, solo in un secondo momento, che Sara era stata informata di un “grave errore” commesso nel suo precedente impiego.

Martina ha riferito che in sede di congedo dopo il mancato rinnovo del contratto a Sara le avrebbe detto che non aveva bisogno di quel lavoro o o di uno stipendo nonostante l’imprenditrice si stesse impegnando a trovarle un sostentamento economico in quanto appunto in gravidanza. Martina ha anche smentito che avrebbe promesso a Sara un contratto indeterminato.

Per quanto riguarda le accuse di purpose washing, ovvero del fatto di aver assunto una donna incinta solo per pubblicità e per ottenere un ritorno di immagini Strazzer ha anche qui smentito le accuse con parole lapidarie. “Se io fossi stata così stratega e così furba da architettare questa intera assunzione… per il puro e mero scopo di servirmene dal punto di vista comunicativo. Sarei stata poi così stupida da non assicurarmi di rinnovare quel contratto?” – questa la conclusione della Strazzer.

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