Il caso di Francesco G., il ragazzo di 14 anni deceduto nel gennaio 2024 a Costabissara (Vicenza), torna sotto i riflettori a un anno dalla sua scomparsa. Il prossimo 21 ottobre inizierà davanti alla Corte d’Assise di Vicenza il processo a carico dei genitori, accusati dalla procura berica di aver ritardato le cure necessarie per la neoplasia del figlio, seguendo le indicazioni della cosiddetta “Nuova Medicina Germanica“, ideata dal medico tedesco Ryke Geerd Hamer.
L’udienza preliminare ha già visto il pubblico ministero Paolo Fietta illustrare le accuse, basate sulla scelta dei genitori di ignorare i pareri di almeno cinque medici e di affidarsi a teorie mediche considerate pericolose. Secondo quanto ricostruito dalla procura, Francesco aveva sviluppato una neoplasia alle ossa nel marzo 2023, diagnosticata all’ospedale Rizzoli di Bologna. I medici consigliarono biopsia e trattamenti convenzionali, ma i genitori, seguaci della dottrina di Hamer, interpretarono la patologia come conseguenza di problemi emotivi e di autostima del figlio, rifiutando qualsiasi terapia tradizionale.
Convinti che la biopsia avrebbe danneggiato l’anima del ragazzo, lo portarono in una comunità in Toscana, dove vennero applicati massaggi, impacchi d’argilla e somministrati farmaci generici come il Brufen, senza alcuna efficacia. Solo quando le condizioni di Francesco peggiorarono furono costretti a ricoverarlo in ospedale a Perugia, dichiarando che il ragazzo si fosse infortunato cadendo dallo skateboard. Tuttavia, a quel punto, la neoplasia era ormai in fase avanzata e Francesco perse la vita.
Il caso ricorda tristemente quello di Eleonora Bottaro, adolescente deceduta di leucemia per il rifiuto della chemioterapia da parte dei genitori, condannati in Cassazione per omicidio colposo omissivo. Anche in questo processo il precedente potrebbe avere un ruolo determinante nella valutazione della responsabilità dei genitori. La dottrina di Ryke Geerd Hamer, ideata dopo la scomparsa del figlio Dirk e la sua esperienza personale con una neoplasia al testicolo, sostiene che tutte le patologie derivino da conflitti biologici e traumi emotivi. Secondo questa teoria, i trattamenti convenzionali sono inutili o addirittura dannosi, e persino antidolorifici e cure sintomatiche sarebbero vietati perché altererebbero la coscienza.
Hamer è stato più volte radiato dall’albo e incarcerato per le conseguenze delle sue pratiche mediche, ma i suoi seguaci continuano a diffondere le sue teorie, talvolta con esiti definitivi, come dimostrano i casi di Francesco e di Eleonora. Il processo che si aprirà a ottobre sarà determinante per chiarire i confini della responsabilità dei genitori e per stabilire se il rifiuto delle cure abbia direttamente contribuito alla tragica scomparsa del ragazzo. La vicenda pone nuovamente l’attenzione sull’importanza di tutelare i minori di fronte a teorie pseudoscientifiche che negano trattamenti medici comprovati.