Il testamento di Giorgio Armani, aperto ufficialmente l’11 settembre 2025, ha svelato come lo stilista abbia disposto la gestione della sua straordinaria eredità e del patrimonio aziendale stimato tra 11 e 13 miliardi di euro. L’intera proprietà della Giorgio Armani Spa è stata donata alla Fondazione Giorgio Armani, mentre il compagno e braccio destro Leo Dell’Orco riceve il 40% dei diritti di voto, garantendogli un ruolo centrale nelle decisioni strategiche dell’azienda.
I nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana ottengono il 15% ciascuno, mentre la Fondazione detiene il 30% dei diritti di voto, consolidando così un equilibrio tra famiglia e governance istituzionale. La divisione patrimoniale non riguarda solo l’azienda: le ville dello stilista, situate a Saint-Tropez, Antigua, Broni, Pantelleria e Milano, sono state distribuite tra la sorella Rosanna Armani e i nipoti, con l’usufrutto affidato a Dell’Orco. In particolare, la casa di via Borgonuovo a Milano, storica residenza dello stilista, rimarrà a vita a Dell’Orco, insieme a tutti gli arredi e ornamenti, con l’eccezione di alcune opere d’arte come un quadro di Matisse e una fotografia di Rayman, che non potranno essere rimossi.
Il testamento di Armani, redatto di suo pugno in due distinte versioni, stabilisce anche precise regole per il futuro del Gruppo. Tutti e cinque i membri della famiglia già siedono nel consiglio di amministrazione, con Dell’Orco coordinatore del comitato ristretto fino all’entrata in vigore del nuovo assetto societario. Al board si affiancano manager di rilievo come Federico Marchetti, fondatore di Yoox, e il banchiere Irving Bellotti di Rothschild, garantendo competenze strategiche accanto all’eredità familiare.
Un aspetto significativo del testamento riguarda la vendita programmata di quote aziendali. È previsto che il 15% delle azioni sia ceduto entro 18 mesi, con priorità a grandi gruppi della moda come LVMH, Essilux o L’Oréal. Successivamente, tra il terzo e il quinto anno dalla successione, dovrà essere venduto un ulteriore 30-54,9% del capitale, oppure la società potrà essere quotata in Borsa entro 5-8 anni. La Fondazione manterrà comunque almeno il 30,1% delle quote, garantendo il controllo e la continuità dei valori fondanti della Maison.
Il testamento ribadisce chiaramente i principi che dovranno guidare la Fondazione nella gestione di Armani Spa: etica, integrità morale, ricerca dello stile essenziale, innovazione, eccellenza, qualità e ricercatezza del prodotto. Queste disposizioni assicurano che l’eredità dello stilista non si limiti al patrimonio materiale, ma includa anche la sua visione artistica e imprenditoriale, preservando l’identità e l’eleganza della Maison anche nelle generazioni future.