Pilota tenta di spegnere i motori in volo: tra stanchezza, depressione e sostanze allucinogene

Un ex pilota di Alaska Airlines, esausto e sotto l’effetto di sostanze allucinogene, ha tentato di spegnere i motori di un aereo passeggeri; l’intervento tempestivo dell’equipaggio ha evitato conseguenze gravi, mentre l’uomo è stato condannato.

Pilota tenta di spegnere i motori in volo: tra stanchezza, depressione e sostanze allucinogene

Un episodio insolito e preoccupante ha avuto luogo a bordo di un volo passeggeri dell’Alaska Airlines nell’ottobre 2023, quando Joseph Emerson, pilota fuori servizio seduto sul cosiddetto “jump seatdietro ai comandi, ha cercato di azionare le manopole degli estintori dei motori durante il volo. L’uomo, 46 anni, si è recentemente dichiarato colpevole presso il tribunale federale degli Stati Uniti per quanto accaduto e ha raccontato le motivazioni che lo hanno spinto ad agire in quel modo.

Secondo quanto dichiarato da Emerson, il pilota era in uno stato di estrema stanchezza, non avendo dormito per circa 48 ore, e ancora sotto l’effetto della psilocibina, una sostanza allucinogena presente nei funghi, assunta due giorni prima per commemorare un amico defunto, anch’egli pilota. L’uomo ha spiegato di aver vissuto una forte depressione a seguito della perdita dell’amico, e di essere convinto di trovarsi in un sogno dal quale sentiva l’urgenza di svegliarsi.

«Pensavo fosse un sogno e dovevo svegliarmi – ha dichiarato Emerson –. Nel tentativo di liberarmi da questa sensazione, ho azionato consapevolmente le manopole dei motori». L’intervento dell’equipaggio si è rivelato immediato e determinante. Appena Emerson ha afferrato le maniglie, gli assistenti di volo e i piloti hanno reagito prontamente, trattenendo mani e polsi e impedendo l’interruzione dei motori.

Grazie a questa azione tempestiva, il volo è riuscito a completare la tratta e ad atterrare in sicurezza, evitando quello che avrebbe potuto essere un grave evento aereo. Emerson ha ringraziato l’equipaggio definendo il loro intervento come «il regalo più grande che abbia mai ricevuto». Il processo ha evidenziato anche le conseguenze legali dell’accaduto.

Il giudice ha condannato Emerson in base all’accordo di patteggiamento: 50 giorni di detenzione, già scontati dopo l’arresto, cinque anni di libertà vigilata, oltre a oltre 60.000 dollari di risarcimento alla compagnia aerea e 600 ore di servizi sociali da prestare. La sentenza tiene conto sia della gravità dell’episodio sia della collaborazione del pilota e del riconoscimento delle proprie responsabilità. Gli avvocati e gli esperti di sicurezza aerea sottolineano come l’episodio metta in luce l’importanza del controllo psicofisico del personale di volo.

Fattori come la mancanza di sonno, lo stress emotivo e l’assunzione di sostanze possono incidere profondamente sulla capacità di giudizio anche di piloti esperti. Le compagnie aeree continuano a rafforzare i protocolli di sicurezza per prevenire situazioni simili, introducendo controlli più rigorosi e monitoraggi psicologici periodici. L’evento ha suscitato grande attenzione mediatica, non solo per la natura insolita del gesto, ma anche per il messaggio sulla sicurezza aerea e sul supporto psicologico agli operatori di volo, evidenziando la necessità di strumenti di prevenzione efficaci e di una maggiore consapevolezza sulle condizioni di lavoro dei piloti.

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