Vigilante fuori servizio salva un uomo nell’incendio a Rivalta: il disturbo da accumulo e l’origine delle fiamme

L’incendio a Rivalta mette in luce i rischi legati al disturbo da accumulo, l’importanza della prontezza dei soccorsi e il ruolo fondamentale dei cittadini preparati a intervenire.

Vigilante fuori servizio salva un uomo nell’incendio a Rivalta: il disturbo da accumulo e l’origine delle fiamme

La serata del 17 agosto 2025 a Rivalta di Torino è stata segnata da un grave incendio in un appartamento situato al secondo piano di una palazzina di viale Cadore. L’allarme è scattato quando le fiamme hanno iniziato a propagarsi dalla cucina dell’alloggio, mettendo in difficoltà gli occupanti. Grazie all’intervento tempestivo di un vigilante fuori servizio che si stava recando al lavoro, il padre, Gian Carlo Magnarello, 67 anni, è riuscito a mettersi in salvo.

L’uomo è stato successivamente trasportato all’ospedale di Rivoli per intossicazione da fumo, ma le sue condizioni non destano preoccupazioni. L’incendio ha avuto origine nella cucina, come riportano le prime ricostruzioni dei vigili del fuoco. La rapidità con cui il fuoco si è diffuso ha reso difficile la fuga dalla camera da letto, rendendo necessario l’intervento esterno per mettere in sicurezza l’abitazione.

L’azione del vigilante ha permesso di ridurre il rischio di danni maggiori e di salvare almeno una delle persone coinvolte, dimostrando quanto possa essere determinante l’intervento di persone preparate in situazioni di emergenza.

Eleonora Magnarello, 28 anni, viveva con il padre in quell’appartamento e, secondo quanto riferiscono i vicini, la famiglia presentava un disturbo da accumulo. Entrambi erano soliti conservare grandi quantità di oggetti, con spazi spesso ingombri, rendendo più complicata la gestione quotidiana e aumentando il rischio in caso di emergenze come incendi. Non risultano segnalazioni dirette ai servizi sociali, sebbene i vicini avessero più volte informato l’amministratore di condominio sulle difficoltà della famiglia.

La condizione psicologica legata all’accumulo compulsivo può avere conseguenze pratiche significative, soprattutto in termini di sicurezza domestica e prevenzione dei rischi.Il sindaco di Rivalta, Sergio Muro, ha espresso vicinanza alla famiglia: «Ci stringiamo intorno a Gian Carlo e a tutti coloro che hanno vissuto questa situazione. L’episodio ci ricorda quanto sia importante intervenire precocemente nei confronti di famiglie che vivono in solitudine con difficoltà di gestione domestica e disagio psicologico. È necessario un impegno congiunto delle istituzioni sanitarie e sociali, con strumenti professionali e normativi adeguati, per ridurre il rischio di simili eventi».

Il caso dei Magnarello evidenzia come il disturbo da accumulo, spesso invisibile ai più, possa avere impatti concreti sulla sicurezza domestica. Le segnalazioni dei vicini, l’azione di pronto intervento di un vigilante e la tempestività dei soccorsi hanno permesso di ridurre le conseguenze, sottolineando l’importanza di una rete di protezione sociale e civile capace di intercettare situazioni di rischio prima che diventino critiche.

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