Incendio sul Vesuvio: tre fronti di fuoco ancora attivi, mobilitazione massima per domare le fiamme

L’incendio che da giorni devasta il Vesuvio continua a bruciare su più fronti nonostante l’intervento massiccio di vigili del fuoco, volontari e mezzi aerei; leggi l’articolo per conoscere gli ultimi sviluppi e le azioni messe in campo per contenere l’emergenza.

Incendio sul Vesuvio: tre fronti di fuoco ancora attivi, mobilitazione massima per domare le fiamme

L’incendio che da giorni sta devastando il Parco nazionale del Vesuvio continua a destare grande preoccupazione, con tre fronti di fuoco ancora attivi e un dispiegamento imponente di mezzi e uomini impegnati nelle operazioni di spegnimento.

Le fiamme interessano la valle del Gigante, direzione Monte Somma, dove operano sei Canadair della flotta nazionale e quattro elicotteri della Protezione Civile regionale. Nel sud del cratere proseguono i lanci aerei, mentre nella zona del Vicinale, il fuoco si è riacceso a causa del vento e l’intervento si concentra sulle attività di bonifica via terra.

Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha convocato un vertice del Centro coordinamento soccorsi per monitorare la situazione, evidenziando l’arrivo di ulteriori quindici squadre di volontari attivate grazie alla mobilitazione straordinaria decretata dal ministro della Protezione Civile su richiesta della Regione Campania. I vigili del fuoco hanno intensificato l’intervento, integrando le squadre già presenti con moduli antincendio provenienti da Toscana, Marche, Benevento e Salerno, e utilizzando mezzi speciali per il rifornimento di elicotteri e autobotti.

Sul fronte locale, i sindaci dei comuni più colpiti mantengono attivi i Centri operativi comunali e hanno istituito un presidio sanitario fisso presso l’Unità di crisi di Terzigno, dove la ASL Napoli 1 Centro ha predisposto un’accoglienza dedicata per i volontari provenienti da altre regioni. La situazione rimane critica, con una colonna di fumo visibile a decine di chilometri di distanza, che ha già depositato cenere su numerose abitazioni tra Napoli e Pompei.

I sentieri turistici e gli accessi alla sommità del vulcano sono stati chiusi e l’Esercito è stato chiamato a supportare le forze locali nel controllo della viabilità e nella gestione delle risorse per contenere l’incendio. Le fiamme hanno colpito anche aree di grande valore ambientale e produttivo, tra cui vigneti pregiati e zone turistiche, aggravando un quadro già complicato dalle ondate di calore previste nelle prossime ore.

La memoria corre alla devastazione del 2017, quando un incendio doloso distrusse vaste porzioni del patrimonio naturale del Vesuvio, e anche oggi si sospetta un’origine dolosa, con segnalazioni di piccoli roghi precedenti non adeguatamente controllati. Nel frattempo, la procura di Nola ha aperto un’inchiesta sull’incendio, istituendo una task force di carabinieri forestali specializzati per accertare le cause e valutare eventuali responsabilità. Al momento non ci sono indagati, ma le indagini sono in pieno svolgimento. Tra le preoccupazioni più grandi resta la possibilità che un cambiamento improvviso del vento possa spingere le fiamme verso le aree abitate, scenario che le forze impegnate nel soccorso stanno cercando in ogni modo di evitare.

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