Il Ministero della Giustizia ha preparato un piano per risolvere l’affollamento negli istituti di pena

Una task force deciderà quali e quanti sono i detenuti che potranno scontare la pena fuori dai penitenziari. La misura prevederà anche percorsi socio-lavorativi.

Il Ministero della Giustizia ha preparato un piano per risolvere l’affollamento negli istituti di pena

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha deciso un pacchetto di misure per contrastare il sovraffollamento nei penitenziari. Un problema particolarmente sentito, visto che i dati parlano di diecimila detenuti in più rispetto alla capienza dei penitenziari, con un aumento di decessi allarmante e con oltre diecimila detenuti che potrebbero beneficiare di misure alternative alla detenzione in celle invivibili. 

Per ovviare a questo problema, il Ministero della Giustizia ha così fondato una task force che collaborerà con la magistratura di sorveglianza e con gli istituti di pena per alleggerire i penitenziari e renderli più “umani”. Con misure di alternanza alla prigionia che prevedono dei criteri che aiuteranno a scegliere chi potrà espiare le colpe fuori dalle mura dei penitenziari: parliamo dei detenuti con pene che non superano i due anni e che nell’ultimo anno non hanno riportato sanzioni disciplinari gravi. 

Oltre a questo, Il ministro della Giustizia ha stanziato due milioni di euro per la Regione Abruzzo. L’obiettivo è avviare percorsi di orientamento, formazione, inclusione sociale e reinserimento lavorativo per i detenuti che stanno scontando la pena all’esterno degli istituti di pena e per coloro che beneficeranno delle misure alternative alla detenzione. Il pacchetto svuota prigioni prevede anche un ampliamento e miglioramento di spazi finalizzati allo svolgimento delle attività di formazione e inclusione socio-lavorativa. Oltre al finanziamento delle residenze idonee a ospitare i destinatari dei percorsi di reinserimento e formazione privi di soluzione abitativa.

Il progetto è finanziato nell’ambito del Piano Giustizia più Inclusiva. Un programma di inclusione sociale di quei detenuti che dopo aver scontato la pena potranno tornare a far parte della società, rendendosi utili e non scivolare di nuovo nel vortice dei reati e nell’inferno dei penitenziari. Attualmente, in Umbria, sono circa trecento su milleseicento i detenuti che potrebbero usufruire di misure alternative alla prigione. E questo sarebbe una boccata d’ossigeno per le strutture di Perugia, Terni, Spoleto e Orvieto che presentano problemi già denunciati ma mai risolti.

La decisione di Norbio  ha attirato il commento del capogruppo Avs alla Camera Luana Zanella: “Apprendiamo con un certo stupore che solo ora il ministro della Giustizia ha accertato che 10.105 detenuti cosiddetti definitivi sono potenzialmente fruitori di misure alternative alla detenzione. L’emergenza del sovraffollamento non nasce oggi, fino ad ora il ministro l’ha negata trattando anche i decessi come una disgrazia inevitabile. Ma fino ad ora cosa hanno fatto?”.

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