Genova, la giunta di sinistra guidata da Silvia Salis alza le tasse sulla casa

La nuova giunta comunale di Genova guidata da Silvia Salis ha varato un aumento dell’IMU sugli alloggi a canone concordato, portando l’aliquota dallo 0,78% all’1,06%. L'opposizione e le associazioni di categoria criticano duramente la misura.

Genova, la giunta di sinistra guidata da Silvia Salis alza le tasse sulla casa

A Genova, la nuova amministrazione guidata da Silvia Salis apre la legislatura con una manovra destinata a far discutere: a partire dal 2025, l’aliquota IMU per circa 27 mila alloggi a canone concordato passerà dallo 0,78% all’1,06%, con un aumento che dovrebbe generare entrate aggiuntive pari a circa 5,3 milioni di euro per le casse comunali.

Si tratta di un provvedimento che coinvolge una fetta consistente del patrimonio immobiliare cittadino, abitato in gran parte da famiglie appartenenti al ceto medio o medio-basso. Il vicesindaco e assessore al bilancio Alessandro Terrile ha difeso la scelta parlando di “una misura necessaria” per risanare le finanze del Comune. Secondo Terrile, l’aumento non colpirà le categorie più fragili, ma contribuirà a ristabilire equilibrio nei conti pubblici, compromessi da anni di squilibri e tagli.

Non si è fatta attendere la reazione delle opposizioni. La deputata di Noi Moderati – Orgoglio Liguria, Ilaria Cavo, ha accusato la Giunta Salis di aver “gettato la maschera”, sostenendo che “il primo atto concreto del nuovo governo cittadino è un aumento delle tasse, che peserà proprio sulle fasce meno abbienti”.

A fargli eco sono stati anche i consiglieri di Vince Genova, che hanno parlato di “un provvedimento che incentiva indirettamente gli affitti brevi e scoraggia il canone concordato, minando il già fragile equilibrio del mercato immobiliare”. Le critiche più accese sono arrivate dalle associazioni dei piccoli proprietari, che hanno definito la misura un “colpo basso” a chi ha sempre cercato di garantire alloggi accessibili, spesso sacrificando rendite più elevate.

Anche le sigle degli inquilini hanno espresso preoccupazione: secondo molti, infatti, il rischio concreto è che i proprietari, per compensare l’aumento dell’imposta, finiscano per ritoccare verso l’alto i canoni mensili, vanificando così l’obiettivo sociale del canone calmierato. In un clima di crescente tensione, la sindaca Salis ha ribadito che il Comune è pronto ad aprire un tavolo di confronto con tutte le parti coinvolte, sottolineando però che “il rigore fiscale è oggi un dovere per evitare tagli ai servizi fondamentali”. In tal senso, ha promesso che una parte del gettito extra verrà reinvestita in politiche abitative e sociali per tutelare i soggetti più fragili.

Continua a leggere su Fidelity News