Gli avvocati di Ciro Grillo puntano il dito contro la ragazza che dice di essere stata violentata

I legali che assistono il figlio di Beppe Grillo e tre suoi amici accusati di aver violato una studentessa italo norvegese hanno fatto notare come la giovane abbia la tendenza a mentire.

Gli avvocati di Ciro Grillo puntano il dito contro la ragazza che dice di essere stata violentata

Il processo contro Ciro Grillo giunge al termine: lunedì ci sarà il verdetto dei giudici. Innocente o colpevole? Questo lo stabilirà la Corte del Tribunale di Tempio Pausania che, dopo aver ascoltato il discorso accusatorio di Giulia Bongiorno, legale della ragazza italo norvergese che sarebbe stata violentata dal figlio di Beppe Grillo e dai suoi amici la sera del 16 luglio 2019 in Costa Smeralda, ascolterà il discorso della difesa rappresentata dagli avvocati Enrico Grillo ed Enrico Monteverde.

I legali di Grillo hanno dichiarato che, stando a quanto raccolto in fase di indagini, i rapporti sessuali tra il loro assistito e la giovane sarebbero stati consenzienti, che non ci sarebbe stata nessuna forzatura a compiere atti contro la propria volontà, ma che anzi sarebbe la ragazza a essere poco credibile. “Ha gridato al lupo al lupo qualche volta di troppo e per questo credo che anche i suoi amici non le abbiano creduto. Quante probabilità ci sono che una persona sia protagonista di due episodi con elementi a tratti simili?”.  L’avvocato ha infatti raccontato come la giovane, tornata in Norvegia, abbia denunciato e poi ritrattato di essere stata protagonista di una violenza. 

La difesa ha inoltre puntato il dito contro la quantità di alcol consumato dalla ragazza e da una sua amica durante una serata passata con Ciro Grillo e tre suoi amici, anche loro imputati per lo stesso reato, prima di trasferirsi tutti quanti in una villetta di proprietà della famiglia Grillo, dove si sarebbe consumato il fattaccio. La difesa ha fatto notare come gli imputati abbiano menzionato tutti quanti la stessa quantità di alcol consumato quella sera e che solo la ragazza abbia alzato il livello, facendo credere di aver bevuto o di essere stata costretta a bere più del dovuto.

Non solo, ma la sua amica ha dichiarato che erano brille ma non così ubriache da non sapere dove andavano e cosa stavano facendo. Una testimonianza che ha spinto la difesa a parlare della protagonista come di una ragazza segnata da un “forte disagio giovanile”. Gli avvocati hanno in pratica portato sul banco degli imputati la ragazza rilevando come questa abbia la tendenza a mentire, come ha stabilito una perizia psichiatrica che ha accertato che la ragazza ha un serio problema a dire di no. 

Tra le prove che dimostrerebbero l’innocenza del Ciro Grillo e dei suoi amici-secondo la difesa-c’è il fatto che, nei giorni successivi all’episodio incriminato la ragazza ha postato sul proprio cellulare oltre tremila tra foto e video. Una carrellata di immagini che mal si conciliano con il la disavventura subita da una ragazza che in quei giorni sarebbe dovuta essere talmente scioccata da impedire che questa si mettesse a giocherellare con lo smartphone. “Ciò che la ragazza dice e ciò che fa deve essere valutato sotto il profilo della compatibilità con quello che dice di aver subìto”, hanno concluso i legali di Grillo. Lunedì la Corte si riunirà per decidere. 

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