Governo punta alla settimana corta per i deputati, ma frena sulla riduzione dell’orario per i lavoratori

La proposta di anticipare le interpellanze parlamentari al giovedì apre la strada a un weekend lungo per i deputati, mentre la maggioranza boccia la settimana corta per tutti i lavoratori, suscitando critiche e polemiche.

Governo punta alla settimana corta per i deputati, ma frena sulla riduzione dell’orario per i lavoratori

Il governo italiano ha acceso un acceso dibattito politico con la proposta del ministro dei Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, di anticipare le interpellanze parlamentari dalla mattina del venerdì al pomeriggio del giovedì, di fatto anticipando la fine della settimana lavorativa per i deputati.

L’idea, discussa durante la riunione dei capigruppo alla Camera del 25 giugno, nasce da ragioni pratiche, con Ciriani che ha spiegato come sia difficile garantire la presenza dei ministri e dei sottosegretari nelle sedute del venerdì, solitamente poco frequentate e dedicate proprio alle interpellanze. Questa modifica renderebbe quindi più simile l’organizzazione della Camera a quella del Senato, dove la settimana politica si conclude già il giovedì, restituendo così ai parlamentari un “weekend lungoanticipato.

La proposta, però, non ha trovato un consenso unanime, con alcuni esponenti politici che hanno preferito rimandare la decisione a dopo la pausa estiva. Alessandro Battilocchio di Forza Italia ha confermato che nessun gruppo si è espresso formalmente e che la questione sarà oggetto di ulteriori discussioni. Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha scelto di non prendere una posizione immediata, rimandando la valutazione a un momento successivo.

Al di là della questione organizzativa, le sedute del venerdì a Montecitorio sono da tempo considerate meno rilevanti, con presenze ridotte e poca attività legislativa, salvo casi eccezionali. Introdotte nel 2008 per estendere la settimana parlamentare, esse vedono spesso pochi ministri e deputati presenti, alimentando così l’idea che spostare le interpellanze al giovedì potrebbe ottimizzare tempi e risorse.

La notizia assume un risvolto ancor più controverso se confrontata con la decisione della stessa maggioranza di governo, che nello stesso giorno ha bocciato in commissione Bilancio la proposta di legge presentata da M5S, PD e AVS per introdurre la settimana lavorativa ridotta a parità di salario per tutti i lavoratori. Tale proposta è stata respinta, con motivazioni che includono ragioni di copertura finanziaria e una forte opposizione politica.

I deputati pentastellati hanno denunciato un “pregiudizio ideologico” che si oppone a una misura sostenuta da una larga parte della popolazione italiana, mentre il PD ha accusato la destra di voler affossare anche questa iniziativa dopo aver bloccato il salario minimo. In sostanza, il governo sembra disposto a concedere la “settimana corta” solo ai parlamentari, mantenendo però una posizione contraria alla riduzione dell’orario lavorativo per la maggior parte dei cittadini. Questo ha alimentato critiche da parte delle opposizioni e di diversi commentatori, che vedono nella proposta di Ciriani un privilegio riservato a pochi, mentre per il mondo del lavoro si continua a rimandare una riforma che potrebbe migliorare la qualità della vita di milioni di persone.

Continua a leggere su Fidelity News