Una scoperta sconvolgente ha scosso l’ospedale di Piacenza all’alba di giovedì 19 giugno 2025, quando un’addetta alle pulizie, durante il suo turno di routine, ha rinvenuto un feto all’interno di un sacchetto nascosto in un cestino dei rifiuti, nel bagno del pronto soccorso.
All’interno del sacco si trovavano anche alcuni stracci sporchi di sangue. L’episodio, che ha lasciato comprensibilmente turbato il personale sanitario e amministrativo della struttura, è ora oggetto di un’indagine da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo, che hanno avviato i rilievi scientifici e l’analisi delle immagini di videosorveglianza per ricostruire quanto accaduto. Secondo le prime valutazioni mediche, il feto rinvenuto avrebbe un’età gestazionale stimata tra le 38 e le 40 settimane, il che suggerisce che fosse prossimo alla nascita.
Il dato, ancora preliminare, è in attesa di ulteriori riscontri attraverso gli esami medico-legali che verranno eseguiti su disposizione della procura. La procuratrice Grazia Pradella si è recata personalmente nella struttura ospedaliera per un sopralluogo, a conferma dell’attenzione riservata all’episodio. Gli investigatori stanno passando al vaglio le telecamere installate all’interno e all’esterno del pronto soccorso per individuare chi possa essere entrato nei bagni nel corso della notte.
Le forze dell’ordine stanno anche raccogliendo le testimonianze di medici, infermieri e pazienti che si trovavano nell’area in quelle ore. Le tracce ematiche rinvenute nei pressi del bagno potrebbero rivelarsi utili non solo per ricostruire l’esatto percorso di chi ha abbandonato il sacchetto, ma anche per risalire a un profilo biologico tramite l’analisi del DNA.
L’ipotesi più accreditata è che tutto sia avvenuto nel cuore della notte, in un momento di bassa affluenza, sfruttando la relativa quiete per agire senza essere notati. Al momento non si esclude nessuna possibilità: potrebbe trattarsi di una persona che ha vissuto un momento estremamente delicato e che, non sapendo a chi rivolgersi, ha agito in preda al panico o alla disperazione. Tuttavia, saranno le indagini in corso a fare piena luce sui fatti, chiarendo se la persona coinvolta abbia avuto contatti con il personale sanitario e in che contesto.
Le autorità sanitarie dell’ospedale hanno espresso il proprio turbamento per l’accaduto, sottolineando l’importanza della prevenzione e del sostegno psicologico, in particolare nei casi di maternità difficili o non desiderate. Il ritrovamento ha inoltre riaperto il dibattito sull’efficacia delle misure informative e di supporto presenti nelle strutture sanitarie, specie nei confronti delle persone in situazioni di fragilità. In attesa di ulteriori sviluppi, la struttura ha intensificato i controlli e ribadito la propria collaborazione piena con gli investigatori per chiarire ogni aspetto della vicenda.