Secondo quesito del referendum, cosa prevede fra licenziamenti e indennizzi

Si avvicina il referendum e gli italiani sono chiamati a votare. Fra i quesiti, di enorme importanza è il secondo, che riguarda licenziamenti e indennizzi dei lavoratori. Scopriamo cosa succede se vince il "sì".

Secondo quesito del referendum, cosa prevede fra licenziamenti e indennizzi

L’8 e il 9 giugno gli italiani sono chiamati alle urne per votare sui quesiti proposti dal referendum. In particolare, il secondo è fra i più importanti in quanto riguarda licenziamenti e indennizzi. Ma cosa chiede esattamente questo quesito? Il secondo quesito chiede l’abrogazione di un articolo della legge del 15 luglio 1966 sulle indennità da attribuire a chi viene rescisso dal contratto prima della scadenza di esso.

In pratica, con questo quesito la Cgil chiede maggiori tutele per tutti coloro che lavorano nelle piccole imprese e prevede la cancellazione del limite all’indennità nei licenziamenti nelle aziende con un numero di dipendenti inferiore a 16. In caso di licenziamento illegittimo, oggi un dipendente di queste imprese può ottenere al massimo 6 mensilità di risarcimento, anche quando l’interruzione del rapporto di lavoro viene considerata infondata dal giudice.

La Cgil ha calcolato che si trovano in questa situazione circa 3 milioni e 700mila dipendenti di piccole imprese. Lo scopo del referendum abrogativo è quindi quello di tutelare maggiormente i lavoratori, abolendo le sei mensilità di indennizzo come limite massimo in caso di licenziamento senza motivazione. Mentre il Pd, capitanato da Elly Schlein, ha invitato a votare Si, il governo è a sfavore, quindi propende per il No.

Diverse le posizioni dei vari partiti: Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha commentato che se il Pd ha detto di votare sì vuol dire che il partito non è più quello di prima. Tuttavia, aggiunge Renzi, per vincere il Pd ha anche bisogno dei riformisti di centrosinistra, perciò lancia un messaggio alla minoranza dem, dicendo ai riformisti che le porte di Italia Viva sono aperte.

Renzi ha sottolineato di voler dare vita ad una coalizione in cui conta il peso delle idee degli appartenenti. Una fonte della minoranza dem ha fatto sapere che nel Pd ognuno ha una sua posizione e si esprimerà in base alla propria storia.

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